Monti ancora non scioglie la riserva

18 Dic 2012 0:01 - di Priscilla Del Ninno

Sono giorni impegnativi, quelli di Mario Monti, freneticamente occupato sul doppio fronte di presidente del Consiglio uscente e di aspirante candidato premier per il futuro. Tutti i riflettori puntati su di lui, e la domanda è la stessa che ciclicamente rimbalza dagli organi di stampa alle tv, dai blog ai social network: ma il Professore quando scioglierà la prognosi sulla sua eventuale partecipazione alla prossima campagna elettorale? Del resto, è questo il nodo attorno al quale si avvitano in queste ore decisive le manovre politico-istituzionali e gli incontri a latere degli impegni governativi. Ed è nell’ottica di una sua imminente discesa in campo che vengono letti e interpretati spunti strategici e commenti: non è un caso, allora, se ieri pomeriggio, il messaggio che il presidente del consiglio ha rivolto a tutti gli studenti italiani, ha mescolato gli auguri per le imminenti festività natalizie e auspici per le prospettive future delle nuove generazioni. «Voglio rivolgere – ha esordito Monti – a tutti i giovani auguri per un Natale e per un anno che siano quanto più possibile sereni. Un augurio a voi, alle vostre famiglie, ai vostri insegnanti – ha proseguito il premier – soprattutto nella speranza che il 2013 possa essere finalmente l’anno in cui l’Italia ricominci a vedere una concreta prospettiva di crescita, a guardare al futuro con speranza e non con timore, ad essere protagonista di una ripresa economica che ridia qualche certezza soprattutto a voi giovani che vedete sempre più avvicinarsi il tempo delle scelte e cercate un’occupazione stabile e dignitosa». Un messaggio augurale che ha più del proclama elettorale che del brindisi natalizio, che si è concluso con l’esortazione a dover «scommettere sul futuro, a voler essere attori protagonisti del rinnovamento nazionale».
Toni caldi, inusuali per il professore, che in questi giorni prova a mitigare l’austerità che ha contraddistinto la sua immagine istituzionale, in casa come nelle missioni all’estero, e che tra gli ultimi colpi di coda di governo e le manovre elettorali, è impegnato in una consultazione dopo l’altra. Ieri allora, dopo gli studenti, e prima del consiglio dei ministri a Palazzo Chigi per l’esame del decreto-legge che snellisce le procedure richieste per la presentazione delle liste elettorali, Monti ha incontrato il leader dei democratici Pier Luigi Bersani. Un faccia a faccia durato poco più di mezz’ora, al termine del quale i due sono saliti al Quirinale per la rituale cerimonia degli auguri di Natale del presidente Napolitano.
Al centro dell’incontro, naturalmente, oltre agli impegni parlamentari della settimana, il futuro politico di Monti e la sua eventuale new entry elettorale. Al termine del colloquio, scarne dichiarazioni rilasciate dal segretario del Pd: «Con Monti c’è stato uno scambio di vedute. Come si sa il professore sta riflettendo e continua a farlo». Aggiungendo di lì a poco – parlando all’ingresso della riunione della Direzione del suo partito, dove Bersani era atteso al tavolo per la definizione delle regole delle primarie del Pd per i candidati al parlamento – che «il presidente è ancora in fase di valutazione, e deciderà lui quello che vorrà dire, la nostra opinione è quella che abbiamo sempre detto: che a noi va bene qualsiasi decisione».
Bersani, enigmatico quasi quanto Monti: leader di quel Pd che ha fin qui sostenuto il governo tecnico, e candidato premier del centrosinistra. Antagonista che consiglia al Professore di non candidarsi, ma che ha già più volte rassicurato che porterà avanti l’agenda Monti, lasciando intravedere un coinvolgimento dell’attuale premier in un eventuale esecutivo di centrosinistra… con buona pace di Vendola e dei suoi.
E in questa zona grigia, il presidente Acli Andrea Olivero, uno dei fondatori del Manifesto Verso la Terza Repubblica, immagina un possibile antagonismo in campagna elettorale tra una lista Monti e il Pd come un confronto «serio e serrato sulle idee». Mario Monti, ha dichiarato Olivero, «non si tirerà fuori e ritengo sia importante che questo non avvenga perché il contributo e l’impegno fattivo di Monti in questa fase è decisivo per segnare una svolta, per entrare effettivamente nella terza repubblica». Salvo poi aggiungere che «nessuno lo forza: sono giorni difficili. Sarà lui a darci informazioni, a spiegarci la sua prospettiva».
Il presidente delle Acli, al lavoro con altre forze moderate per consentire al Professore di fare il bis, auspica una lista Monti affiancata all’Udc, con Bonanni e Montezemolo, ma senza Fini. «Non credo che ci sarà una “lista Montezemolo”, ma una “lista Monti”, composta da esponenti della società civile, da gente nuova, e affiancata all’Udc. Stiamo lavorando affinché sia una lista completamente nuova, senza parlamentari uscenti», ha aggiunto Andrea Olivero, chiosando: «Quanto a Fli, ritengo che appartenga ad un’altra cultura politica rispetto alla nostra. Rifletteremo insieme ma una convergenza mi sembra molto difficile». Una dichiarazione d’intenti che ha suscitato la replica immediata del presidente della Camera, che su Twitter ha postato un secco «Il signor Olivero, di cui ricambio la stima, capirà presto che la realtà sarà diversa da come la immagina».
ll quadro politico si infittisce ogni giorno di più, insomma, man mano che ci si avvicina all’election day di febbraio. E da Berlino anche Angela Merkel dice la sua a riguardo, invocando il diritto al riserbo esercitato da Monti in questi giorni: «Io prendo le mie decisioni da sola in Germania e rispetto il fatto che anche in altri Paesi dell’Europa si prendano autonomamente. Questo vale anche per le candidature», ha tuonato il cancelliere tedesco riferendosi all’eventuale discesa in campo del premier uscente.

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