Il pantheon canoro di Renata tra Battisti e Guccini

13 Nov 2012 20:50 - di

Torna di moda il “pantheon”, il luogo dell’immaginario in cui collocare punti di riferimento e autorità ispiratrici. La tendenza va alla grande sul fronte del centrosinistra, che si arrovella su Papi, cardinali e padri nobili (Berlinguer o De Gasperi?). Dall’altra parte tutto tace ma ci pensa Renata Polverini a rendere pubblico (nella trasmissione “Un giorno da pecora”) il suo personale pantheon canoro oltre la destra e la sinistra. Battisti e Guccini. Le note del primo le scelse durante la campagna per le regionali del 2010 cantando dal palco “Come può uno scoglio arginare il mare” (da “Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi”) per protestare contro l’esclusione della lista Pdl alle consultazioni che la videro comunque trionfatrice. Adesso sceglie un testo arrabbiato, in tema con la sua voglia di togliersi i sassolini dalle scarpe: “l’Avvelenata” del cantautore di Modena. Ne intona alla radio la strofa iniziale, quella sulla “gloria da stronzi” e chissà a chi pensa di dedicarla. Per poi predicare l’identità musicale bipartisan: «Se un cantante è bravo perché pensarlo a destra o a sinistra». Certo Battisti è meglio per le emozioni e le innocenti evasioni. Guccini, invece, quando c’è da frugare dentro «alle nostre miserie».

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