“Stabilità”: quanti errori, il Pdl incalza

16 Ott 2012 20:02 - di

La parziale retromarcia del governo è arrivata ma è solo un passettino: in Parlamento si annuncia battaglia sulla legge di Stabilità, l’ex legge Finanziaria, che già ieri, dopo la pubblicazione sul sito del governo, ha mostrato i segni della pressione politica dei partiti, Pdl in testa. Qualcosa è cambiato, ma non basta, a nessuno.

Il golpe fiscale resta

Resta confermata l’applicazione retroattiva al 2012, ma con effetti di cassa nelle dichiarazioni del 2013, del taglio alle detrazioni e alle deduzioni fiscali. Il rinvio di un anno del taglio degli sconti fiscali avrebbe comportato la cancellazione della riduzione di un punto dell’aliquota Irpef (dal 27 al 26%) ed è per questo che il governo ha deciso di non fare cambiare in quel punto il testo varato dal Consiglio dei ministri. Eventuali ulteriori modifiche potranno arrivare in Parlamento, a patto di trovare le risorse necessarie (per oltre un miliardo di euro) perchè il saldo complessivo del provvedimento resti invariato. Le detrazioni fiscali, dunque, in barba allo Statuto del contribuente, saranno tagliate già a partire dai redditi 2012, in deroga allo statuto del Contribuente. Riguarderanno, tra le altre cose, gli interessi sui mutui per la prima casa, le spese per l’istruzione e per gli asili nido.«La norma che taglia gli sconti fiscali con franchigie e tetti, inserita nella legge di stabilità, è pasticciata. Il Parlamento farà giustizia di questo», attacca subito il presidente della commissione per l’Anagrafe tributaria, Maurizio Leo (Pdl). «Sono nettamente contrario alla retroattività, che è in contrasto con lo statuto dei diritti del contribuente, non è diritto tributario, così è incertezza globale dei rapporti» ha aggiunto Leo riferendo che a suo avviso ci sarà «convergenza in Parlamento» per modificare la norma. Ma c’è anche grande malumore, nel Pdl, per  il blocco del pagamento dei debiti dello Stato verso le imprese, contenuto nella legge di stabilità.
 
Disabili, si cambia

Salta invece la cosiddetta “tassa sugli invalidi”, che tante polemiche aveva sollevato: dal testo sono spariti i due commi che prevedevano la tassabilità Irpef delle pensioni e delle indennità di invalidità richiamati anche nel comunicato ufficiale del Cdm di martedì scorso. Restano tassate invece le pensioni di guerra. Una novità arriva anche sul fronte dei disabili: salta la contestatissima stretta inizialmente prevista sui dipendenti pubblici per i permessi per l’assistenza di parenti disabili. La norma prevedeva la riduzione del 50% della retribuzione per i 3 permessi mensili e nessuna agevolazione per i disabili diversi da coniuge-figli. Sempre sul fronte pensioni, arrivano invece 100 milioni per il 2013 in favore dei lavoratori “esodati” che vengono messi sotto tutela.

Sulla scuola attacca il Pd

Un capitolo controverso, su cui il Pd annuncia battaglia, è quello della scuola: per il 2013 è autorizzata la spesa di 223 milioni da destinare alle scuole non statali, con molte misure che in molti casi, come quello dell’orario degli insegnanti o della riduzione dei distacchi presso il ministro o altre sedi di docenti e presidi, puntano ad ottenere cospicui risparmi. Per Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, spiega che «se le norme sulla scuola escono così, per noi non sono accettabili». Ma perplessità vengono espresse da Bersani anche sul fronte fiscale.

Pdl, sarà battaglia

«In attesa di valutare nel suo complesso la legge di stabilità giudico una prima nostra vittoria la cancellazione della assurda tassa sulle indennità di invalidità. Mortificare una fascia debole sarebbe stato inaccettabile». Il primo commento del presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri è di soddisfazione, ma non finisce qui. «Sulla legge di stabilità sarà bene capire le reali intenzioni del governo, che abbiamo visto alquanto incerto con annunci e smentite di varia fonte. Inoltre prendiamo atto dell’esistenza di divisioni all’interno dello stesso esecutivo», prosegue Gasparri, secondo cui «non si può dar luogo ad un ulteriore aumento della pressione fiscale – prosegue l’esponente pidiellino – e vogliamo capire bene il rapporto tra riduzione dell’Irpef e danni derivanti dall’intervento su detrazioni e deduzioni. Considerazioni che però non devono farci dimenticare le conseguenze dell’aumento dell’Iva. C’è insomma da fare una riflessione seria ed approfondita. Sicuramente il passaggio parlamentare non sarà una semplice presa d’atto».

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