Adornato: «Senza Nichi il patto col Pd funziona»

30 Ott 2012 20:01 - di

In Sicilia l’alleanza tra Udc e Pd si è rivelata vincente e ha consegnato nelle mani della colazione la presidenza della Regione, “gettando” fuori dall’Ars la sinistra massimalista che aveva corso da sola sulle gambe del candidato di Sel. Udc e Pd stanno riflettendo sul “laboratorio” Sicilia, sulle prove tecniche di alleanza anche per le prossime politiche. Funzionerà? E il caso Vendola che ruolo avrà per la ralizzasione di scenari prossimi venturi? Ieri mattina c’è stato un incontro lampo a Montecitorio, tra il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e quello dell’Udc Pier Ferdinando Casini. Alla seconda parte del collouio, che si è svolto nello studio di Bersani alla Camera, hanno preso parte il relatore della legge di stabilità Pier Paolo Baretta, del Pd, ed il capogruppo dell’Udc alla Camera Gian Luca Galletti. Chiediamo a Ferdinando Adornato, deputato dell’Udc e direttore di Liberal se e come è possibile esportare il “modello Sicilia” in Parlamento.

Onorevole Adornato, la partita a livello nazionale è più complicata, un percorso ad ostacoli. Vendola è un alleato del Pd a tutti gli effetti e voi dell’Udc non ne volete sapere di Sel. Oltretutto Vendola definisce “imbarazzante” il tronfalismo del segretario del Pd sulla vittoria sicilana. Un bel rebus?

Guardi, per fortuna nella confusione generale noi abbiamo la presunzione di non avere cambiato linea dal 2008 ad oggi, soprattutto da quando abbiamo lavorato per il governo di solidarietà nazionale rappresentato da Mario Monti. Siamo stati i primi a elaborare questo scenario di coalizione e di collaborazione tra le forze del Paese che avevano a cuore la missione di salvare l’Italia dalla crisi. Di conseguenza, abbiamo anche la presunzione di non voler cambiare linea. Abbiamo ripetuto che “dopo Monti c’è Monti”; abbiamo lanciato il patto permanente tra moderati e progressisti per risolvere i problemi di governabilità del Paese come “armistizio” dopo il bipolarismo.

Tutto questo per dire che il “laboratorio siciliano” a livello nazionale è possibile solo se..?

Il patto è possibile quando non c’è confusione sull’identità di governo del Pd, quando non sono presenti forze antagoniste come Sel di Vendola: in questo caso il patto tra moderati e progressisti così come è stato declinato in Sicilia ha funzionato, dando una risposta alla crisi di governabilità dell’Isola. Detto questo il patto tra forze moderate e progressiste può avere per noi anche un’altra versione.

Quale?

La seconda versione che noi auspichiamo è che dalla crisi del Pdl esca con chiarezza una nuova identità moderata. Una “minestra” per noi non mangiabile sarebbe quella rappresentata dal camaleontismo di Berlusconi.

Insomma, il problema più grosso tra Casini e Bersani ce l’ha Bersani?

Il problema più grosso ce l’ha l’Italia. Detto questo ciascuna forza politica ha i suoi problemi. Certo, Bersani deve riflettere….

Si spieghi

Bisogna che si rifletta su un elemento imprescindibile: l’unica cosa che non potrebbe reggere è una coalizione dove vi fossero “montiani” e “antimontiani” palesi. Per noi la prosecuzione dell’esperienza Monti è la nostra “stella polare” fintantoché non si esce dall’emergenza.

Ieri il senatore del Pd Follini dalle colonne di “Europa” ha invitato Bersani ad «archiviare lo schema di alleanze tutto a sinistra», mentre il lader del Pd ha firmato la “carta d’intenti” con Sel. Come conciliare queste posizioni?

Il problema è che non si possono riprodurre “ammucchiate” dove c’è tutto e il suo contrario. Noi non accettiamo e non accetteremo confusioni. In Sicilia lo schema ha funzionato per un motivo preciso, perché, appunto, confusione non v’è stata. Vendola e Sel avevano un loro candidato e hanno corso da soli.

Insomma, se Bersani non “rompe” con Vendola per voi non ci sarà partita?

Noi la vediamo così: oggi la dialettica non è tra sinistra e destra ma tra aree di responsabilità e aree demagogiche e populiste. Noi lavoriamo con chiunque faccia prevalere la fase della responsabilità. Il patto tra moderati e progressisti per noi è un’asse irrinunciabile per fronteggiare l’emergenza politica ed economica. Stiamo lavorando affiché anche all’interno del Pd e del Pdl prevalgano le componenti più responsabili.

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