Casini “cuor di leone” si becca gli sfottò del web

4 Set 2012 20:38 - di

La saggezza filosofica di Casini ha toccato il punto massimo quando ha annunciato, in modo solenne, che «il montismo non coincide con il mutismo». In primis perché – usando il termine “montismo” – ha fatto intendere che grazie al premier è nata un’altra scuola pensiero. Dopo fascismo, comunismo, capitalismo, liberismo, socialismo e peronismo – tanto per citare qualche precedente illustre – arriva dunque il montismo, categoria ideologica di per sé inquietante. Poi, con l’accenno al «mutismo», si è riservato un piccolo spazio di critica. Attenti però al trucco: la critica non riguarda SuperMario, che è sempre bravo, buono e bello qualsiasi cosa dica o faccia, ma chi lo circonda. Ecco dunque una serie infinita di elogi, fatti in ventiquattr’ore (minuto più, minuto meno): «Se non ci fosse Monti, in Europa non si parlerebbe ora la lingua che stiamo parlando», «Monti ha salvato il Paese dalla deriva», «Io Monti lo vedrei ovunque: a Palazzo Chigi e al Quirinale», «L’Italia non può rinunciare a una personalità come lui». Ed ecco le critiche: «Apprezzo molto la Fornero ma mi piacerebbe che d’ora in avanti i ministri parlassero dopo aver concertato le proposte su cui si può impegnare il governo. È inutile dar vita a una fiera delle vanità». O ancora: «È inutile che i ministri ci somministrino libri dei sogni interminabili. Il governo stabilisca due o tre priorità su cui impegnarsi da qui a fine legislatura». Questo è dunque il “montismo” di Casini: stendersi ai piedi del premier, dare qualche pizzicotto ai ministri, tanto per fare scena. Un Riccardo cuor di leone. Che però diventa il bersaglio preferito degli sfottò sul web.

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