L’imbarazzo del Merlo maschio…

30 Ago 2012 20:37 - di

La Sicilia ci sta regalando grandi sorprese legate alla campagna elettorale che deciderà ad ottobre chi sarà il governatore. Avevamo appena assistito alle vicende pirandelliane dell’appoggio dato e poi tolto da Gianfranco Micciché a Nello Musumeci, quando ieri il salto di qualità del dibattito politico si è improvvisamente incagliato sui gay. Non è uno scherzo, è bizzarro, ma è proprio così. Proprio nella “maschia Sicilia” si è toccato una sfera così imbarazzante e stridente. L’impulso al dibattito lo ha dato Micciché sostenendo in una dichiarazione che il partito di Casini, l’Udc, si troverebbe in imbarazzo a votare un uomo del Pd beatamente omosessuale. Il riferimento è a Rosario Crocetta, candidato alla presidenza della Regione siciliana. Il polverone e le polemiche e tutta l’ironia della situazione hanno fatto cadere dalla sedia un “maschio siculo doc” come Lando Buzzanca che ieri si trovava in quel di Lecce a ritirare un premio. Tanto più che la commedia si sta arricchendo di tanti particolari degni di una sit- com. È su Libero on line che si viene a sapere che (forse) Crocetta è un «omosessuale solo per finta», perché nel suo curriculum amatoriale ci sarebbe Silvana Grasso, nota scrittirice di Gela, che per amore di Crocetta si lanciò in politica, prima nel centrosinistra, accanto al suo amato, e poi – la Grasso non ne fece mai un mistero – per vendetta di donna delusa («Crocetta mi preferisce altre donne», racconta Libero) con il centrodestra. La stessa Silvana Grasso dichiarò (come riporta, mai smentito, il sito di Franco Grillini in una sezione dedicata all’outing: «Con lui ebbi una grande storia d’amore. Platonica? No, direi omnicomprensiva. Lui è intellettualmente omosessuale, come gli antichi Greci».

Buzzanca, non trova bizzarro che proprio in Sicilia stiano volando gli stracci in tema di omosessualità? Come ci rimane uno come lei, che ha portato la bandiera della mascolinità in film come “Il merlo maschio”,  “Homo Eroticus”, “All’onorevole piacciono le donne”?

Mi dà un enorme fastidio, mi sembra tutto molto squallido.

Cosa la infastidisce?

Io devo tutto alla Sicilia. Anche alla sua cultura maschilista, senza la quale io non sarei arrivato dove sono arrivato, non sarei diventato l’«homo eroticus» di tanti miei film diventati popolari. La Sicilia nel mondo è considerata, che piaccia o no, anche come l’«isola dei maschi». Non è che di omosessuali non ce ne siano, ma mi dà fastidio l’ostentazione e il fatto che su questo possa nascere una querelle che trovo stupida nell’ambito di una competizione elettorale.

Lei ha interpretato con molta finezza nella miniserie “Mio figlio”, il delicato rapporto tra un padre e un figlio omosessuale. Quindi cosa la urta di questa polemica?

Non mi piace che il tema diventi un pettegolezzo da cortile a discapito della qualità delle intelligenze che dovrebbe venir fuori da una competizione politica. Lì, nel film, io parlavo d’amore. Dell’amore paterno e dell’amore tra due uomini, che deve essere accettato. Fu una produzione coraggiosa che in prima serata affrontava un tema delicato, affrontando con naturalezza l’esistenza di un mondo omosessuale umano e lontano da stereotipi e macchiette. Quindi, quello che non sopporto sono l’esibizionismo e gli atteggiamenti da star che molti omosessuali rivendicano nei loro Gay Pride e quant’altro. La sobrietà e la sensibilità sono una cosa, le ostentazioni e le recriminazioni sono tutt’altra cosa.

Lei rivendica la sua brillante carriera da “merlo maschio”?

Certo. Ripeto, arrivai a girare cinque film in un anno. La formula era abbinare l’erotismo, un erotismo più allusivo che altro, alla commedia, una commedia però di classe. Risultato: credo di essere stato l’unico attore italiano ad avere tre sue pellicole contemporaneamente nelle sale. Accadde nel ‘75, con “Il merlo maschio”, “Homo eroticus” e “Il vichingo venuto dal sud”. Alberto Lattuada, che si trovava in una città dove c’erano solo quattro sale, mi telefonò per dirmi: “Qui o vedono te o non vanno al cinema! Ma come ci sei riuscito?”.

Lei la pensa come Micciché? Ritiene che un siciliano e cattolico si sentirebbe a disagio a votare Crocetta?

No, non lo penso. Non sono così primitivi…

Non le pare che tra veti incrociati, voltafaccia e polemiche sulle scelte sessuali l’unico candidato che parla di Sicilia e di progetti sia Nello Musumeci? O siamo troppo di parte?

No no, è proprio così. È il candidato ideale. Leggo le sue interviste, lo ascolto nei suoi interventi radofonici e mi piace quello dice sulla Sicilia. Mi sembra che si stia distinguendo proprio nel mettere al centro della sua candidatura i temi legati a questa terra, tentando di svincolarli da altri tipi di interesse. Non è poco per uno come me che ama la Sicilia nel profondo, nei suoi pregi, nei suoi difetti, nei suoi ossimori…

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