Presidio Pdl a Milano contro il “pavido” sindaco Pisapia

25 Giu 2012 20:03 - di

I giovani del Pdl hanno organizzato per stamane un presidio davanti a Palazzo Marino per protestare contro il «vergognoso e pavido atteggiamento del sindaco Pisapia e della maggioranza che ha negato il conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai Lama». Per Giulio Gallera, coordinatore del Pdl «non basta accogliere il Dalai Lama a Palazzo Marino e farlo parlare in Consiglio comunale per cancellare il vile e vergognoso comportamento tenuto dai partiti della maggioranza». Il sindaco Pisapia e i partiti di sinistra – aggiunge – «hanno piegato la testa alle pressioni cinesi scaricando, in pochi minuti, uno dei simboli mondiali della lotta per la difesa dei diritti civili ed umani». «Noi riteniamo – conclude Gallera – che la difesa dei diritti umani non possa piegarsi a nessuna convenienza economica e che coloro che si battono per la difesa della libertà e dei diritti civili debbano essere sostenuti senza se e senza ma e per questo saremo in piazza della Scala con le nostre bandiere».
La manifestazione si svolgerà parallelamente all’incontro tra il sindaco Pisapia e il Dalai Lama, un faccia a faccia non previsto e organizzato dopo le polemiche per il mancato conferimento della cittadinanza in seguito al veto del governo di Pechino che ha minacciato, se fosse stata concessa l’onorificenza a Tenzin Gyatso (Grande Oceano di saggezza), di boicottare l’Expo. Sulla vicenda ieri i radicali hanno presentato un’interrogazione chiedendo al ministro degli Esteri Giulio Terzi e al premier Monti di prendere posizione sulle pressioni cinesi.
Sempre nella giornata di ieri il Dalai Lama ha tenuto una conferenza pubblica a Scanzano Jonico subito dopo la sua visita al sito di Terzo Cavone destinato ad ospitare la Città della Pace per i bambini. «Se il Ventesimo secolo – ha detto – è stato un secolo di sangue e guerre, il Ventunesimo deve essere un periodo di pace in cui l’unica arma utilizzata per risolvere problemi, che pure ci saranno, dovrà essere quella del dialogo».

Commenti