Il Papa: la fede animi la vita pubblica

1 Giu 2012 20:27 - di

Erano migliaia i fedeli assiepati in Piazza Duomo che ieri hanno accolto con un lungo e caloroso applauso l’arrivo di Benedetto XVI al suo primo giorno del viaggio per l’Incontro mondiale delle famiglie. Festeggiato da cori da stadio e da uno sventolio continuo di bandiere, l’ingresso del Pontefice – che ha salutato la folla dalla Papamobile, facendo un giro lungo tutti i lati della piazza – è stato sottolineato dalle note della Civica Orchestra di Milano.
Il Papa, accompagnato da un altro aiutante, Sandro Mariotti, chiamato a sostituire il maggiordomo Paolo Gabriele, arrestato la settimana scorsa per il possesso illecito di documenti riservati, è arrivato direttamente dietro lo scranno che era stato allestito sul sagrato del Duomo, dove ad attenderlo c’erano le autorità civili e militari, tra cui il sindaco Giuliano Pisapia. Seduti a fianco del Papa, anche l’Arcivescovo di Milano, Cardinale Angelo Scola, e il Segretario di Stato Vaticano, Cardinale Tarcisio Bertone. «Beatissimo Padre, la accogliamo con commozione e gioia in questa piazza, cuore pulsante della nostra città»: sono state le parole rivolte dall’arcivescovo di Milano, Scola al Papa Benedetto XVI, in piazza Duomo.
«La sua scelta di cogliere l’occasione del VII Incontro mondiale delle famiglie per compiere una vera e propria visita pastorale alla Diocesi di Milano – ha detto il Cardinale – è un dono che rende ogni fedele e ogni cittadino grato e responsabile».
«Milano è cambiata – ha poi aggiunto Scola rivolto al Pontefice -. È forse meglio dire che sta cercando il suo nuovo volto. Frammentazione, progettualità diverse e talora contrastanti, necessità di ripensare il mondo del lavoro e della finanza, di cui Milano resta in Italia la capitale, fame di educazione e di cultura, incontrano già risposta in non pochi luoghi vivi. Difatti si intravedono i lineamenti della Milano del futuro».
«I cristiani – ha quindi concluso Scola – stanno contribuendo a questa comune impresa. Non sono profeti di sventura, ma testimoni e dunque edificatori tenaci di vita buona».
Ma l’entusiasmo si esprime ai massimi livelli con l’intervento di Papa Ratzinger: interrotto in numerosi punti del suo discorso, il Pontefice è stato acclamato dalle ovazioni della folla a più riprese, da quando ha rivolto il suo saluto e il suo pensiero alle popolazioni terremotate dell’Emilia Romagna, a quando ha ammonito ricordando che la fede «deve animare tutto il tessuto della vita, personale e comunitaria, privata e pubblica, così da consentire uno stabile e autentico “benessere”, a partire dalla famiglia», da riscoprire «quale patrimonio principale dell’umanità» e «segno di una vera e stabile cultura in favore dell’uomo».
Quindi, dopo essersi rivolto ai rappresentanti delle famiglie provenienti da tutto il mondo per partecipare al Family 2012, il Papa ha dedicato un pensiero «affettuoso a quanti hanno bisogno di aiuto e di conforto, e sono afflitti da varie preoccupazioni; alle persone sole o in difficoltà, ai disoccupati, agli ammalati, ai carcerati, a quanti sono privi di una casa o dell’indispensabile per vivere una vita dignitosa». «Non manchi a nessuno di questi nostri fratelli – ha scandito Ratzinger – e sorelle, l’interessamento solidale e costante della collettività».
«A tale proposito – ha poi aggiunto il Pontefice – mi compiaccio di quanto la Diocesi di Milano ha fatto e continua a fare per andare incontro concretamente alle necessità delle famiglie più colpite dalla crisi economico-finanziaria, e per essersi attivata subito, assieme all’intera Chiesa e società civile in Italia, per soccorrere le popolazioni terremotate dell’Emilia Romagna, che sono nel nostro cuore e nella nostra preghiera, e per le quali invito, ancora una volta, ad una generosa solidarietà».
«Milano – ha quindi aggiunto il Pontefice – da sempre luogo d’incontro di popoli e culture, deve riscoprire questa sua tradizione ed essere modello di pace e sviluppo per tutto il Paese».
«Il mio primo incontro con i milanesi – ha proseguito il Papa il suo discorso – avviene in questa Piazza del Duomo, cuore di Milano, dove sorge l’imponente monumento simbolo della Città. Con la sua selva di guglie esso invita a guardare in alto, a Dio». Ed a questa riflessione Ratzinger ha aggiunto: «proprio tale slancio verso il cielo ha sempre caratterizzato Milano e le ha permesso nel tempo di rispondere con frutto alla sua vocazione: essere un crocevia – Mediolanum – di popoli e di culture. La città ha così saputo coniugare sapientemente – ha proseguito il Pontefice – l’orgoglio per la propria identità con la capacità di accogliere ogni contributo positivo che, nel corso della storia, le veniva offerto. E ancora oggi Milano è chiamata a riscoprire questo suo ruolo positivo, foriero di sviluppo e di pace per tutta l’Italia».
«La singolare identità di Milano non la deve isolare né separare, chiudendola in se stessa. Al contrario – ha concluso Ratzinger -, conservando la linfa delle sue radici e i tratti caratteristici della sua storia, essa è chiamata a guardare al futuro con speranza, coltivando un legame intimo e propulsivo con la vita di tutta l’Italia e dell’Europa. Nella chiara distinzione dei ruoli e delle finalità, la Milano positivamente “laica” e la Milano “della fede”, sono chiamate a concorrere al bene comune».
E sempre nel segno dell’omaggio a Milano rivolto dal Pontefice alla città, il ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi ha definito un segno di «gratitudine» per la cultura milanese la decisione di Benedetto XVI di partecipare, ieri sera, a un concerto alla Scala. «È una delle realtà più importanti di Milano», ha detto il ministro ricordando la passione del Pontefice per la musica e per la Scala stessa, arrivando in un teatro affollato da un pubblico misto che mescolava politici, autorità, prelati e partecipanti all’incontro mondiale delle famiglie.

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