Alfano a Monti: «Stop alla Merkel»

21 Giu 2012 20:57 - di

«La Germania non può dettare la linea su tutto quel che riguarda l’Europa. L’Italia faccia sentire la propria voce». Con queste parole ieri il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha lasciato l’assemblea di Confcommercio. Parole pesanti che hanno preceduto il quadrangolare di Villa Madama dove Monti, Hollande e Rajoy si troveranno oggi nelle prime ore del pomeriggio (per non far perdere Germania Grecia alla Cancelliera) a tu per tu con “frau” Merkel. Un’occasione ghiotta per cercare di fare pressing sulla sua politica di rigore. Anche se in agenda presumibilmente campeggerà l’idea lanciata da Monti al G20  – non con molta fortuana, al momento –  sulla proposta di usare il fondo Salva-Stati per arginare le oscillazioni dello spread. Il neopresidente Hollande ha fatto già sapere di gradire il piano del collega: «L’Italia ha lanciato un’idea che merita di essere considerata. Ne parleremo a Roma».

La partita di Bruxelles

Nella manciata di giorni in cui l’eurozona si gioca il suo futuro – la partita di Bruxelles del  28 e  29 giugno – Mario Monti avrà l’occasione di giocare in casa e sondare il terreno con la Merkel su questa proposta. Ieri, dunque, il monito di Alfano dettava una rotta sul ruolo dell’Italia in Europa, senza fare sconti alla Merkel, chiarendo le parole di mercoledì dell’ex premier Berlusconi che poneva scenari e ipotesi su cui discutere e non equivocare strumentalmente. «Su questo noi ci stiamo, sulle polemiche sterili che indeboliscono il Paese no», ha detto chiaro il segretario del Pdl commentando le repliche alle parole pronunciate ieri dal Cavaliere sull’euro e il ritorno alla lira. Nessun ritorno alla lira. «Berlusconi dice solo che l’Europa ha un problema grande come una casa: e cioè che un’Europa senza una banca centrale prestatore di ultima istanza come la Fed, è un’Europa debole». È una realtà, e sarebbe bene «non forzare le parole di Berlusconi con eccessi di interpretazione. C’è una questione di sostanza», ha spiegato ancora Alfano, «e Berlusconi è l’unico leader che dice cose che dicono altri in Europa. Serve il coraggio di dire che questa Bce indebolisce l’euro».

Sostegno a Monti ma…
Monti va sostenuto, ma il premier ci metta del suo per «superare la miopia tedesca», è il senso delle parole di Mariastella Gelmini. «Forte e convinto appoggio a Monti in vista del vertice europeo. Ci aspettiamo che il presidente del consiglio, sostenuto da una maggioranza tanto eterogenea quanto ampia, si faccia valere in Europa e difenda con convinzione le ragioni di una maggiore integrazione europea fra rigore e crescita». In concreto, faccia «passi in avanti a favore del rafforzamento dell’euro, degli eurobond e di una Banca centrale europea come prestatore di ultima istanza». Il successo del presidente Monti nel conseguire tali risultati, ha detto a chiare note «è l’unica ragione che giustifica una maggioranza parlamentare, eterogenea sul piano politico e il sostegno del Pdl, ancora una volta partito della responsabilità e dell’interesse nazionale. In tal senso vanno interpretate le parole dure di Berlusconi sull’ipotesi di un’uscita dall’euro ovvero come appello a Monti affinché con risolutezza si batta in Europa per difendere gli interessi di un Paese che ha fatto i compiti a casa e non accetta più lezioni dalla Germania».

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