Ma adesso attenti: non facciamo di Martinelli un eroe…

4 Mag 2012 20:47 - di

Disperazione e rabbia sono la cifra dell’Italia in queste giornate cupe. Ma basta questa premessa per arrivare a dire che il paese si riconosce nel gesto folle di Luigi Martinelli? Basta la crisi difficile in cui siamo immersi per concedere un lasciapassare etico a tutti coloro che d’ora in poi penseranno di emularlo, passando magari dalle intenzioni alle azioni?
Solo un mese fa tutti i media si sarebbero concentrati sulle persone prese in ostaggio. Invece assistiamo a una corsa alla solidarietà nei confronti di un uomo che ha compiuto un gesto illegale, pericoloso e abnorme e – pare – per un debito di soli mille euro (ma l’ex ministro Calderoli, che è andato subito a trovarlo in carcere, ha parlato di debiti per 44mila euro). Dunque chi non può pagare i debiti d’ora in poi che dovrebbe fare? Tentare una strage? Dirottare un aereo? Per carità, non è il caso di invocare pene esemplari ma perlomeno, oltre alla solidarietà, sarebbe il caso di azzardare un salutare, opportuno, richiamo al buon senso, alla razionalità, sarebbe utile dire che la strada del gesto folle ed eclatante non è quella giusta, sia per chi lo compie sia per chi ne rimane vittima (anche se in questo caso i sequestrati, anche loro, sembrano tutti grondare comprensione per Martinelli).
Ieri una voce autorevole, Massimo Gramellini, su un giornale autorevole, “La Stampa”, osservava che sono le persone più fragili quelle a rischio black out, e di potenziali Martinelli in Italia ce ne sono parecchi, ce ne sono troppi. D’accordo con Gramellini, la politica deve parlare con queste persone, deve rassicurarle. Ma deve anche dire che se salta il limite tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato la crisi non si risolve, si aggrava, sconfina dal piano economico a quello morale. E non è una bella prospettiva. Lo scorso autunno l’Italia giustamente ridicolizzava e condannava Er Pelliccia, il giovane che a torso nudo si agitava in piazza a Roma contro i blindati della polizia, esibendo la sua rabbia come bandiera. Oggi abbiamo Martinelli, il sequestratore che già Facebook ha coronato con l’aureola dell’eroe. Ma anziché riprovazione su di lui piovono parole assolutorie. Uno spettacolo allarmante. Quando dovremo ricostruire sulle macerie a quali italiani ci rivolgeremo, quali energie si potranno chiamare a raccolta?

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