L’ultima tentazione di Bersani

23 Mag 2012 20:44 - di

Prima ha detto di aver vinto, poi di aver “non vinto", ha litigato con Grillo che gli ha tolto la polpetta dal piatto, era nervoso persino quando fingeva di festeggiare. Passata la bufera mediatica, comincia ad aver paura. Se Sparta piange, Atene non ride e Bersani, finalmente, ne è consapevole. L’incontro-fiume con Monti non l’ha soddisfatto, se si va avanti così il Pd rischia di sgretolarsi e la sua leadership scomparire del tutto. Ecco che arriva il “contrordine compagni”: caro Monti. ci sono da cambiare parecchie cose. Strano a dirsi, è proprio Bersani che lo dice, lui che ha sostenuto il premier a occhi chiusi pur di veder scendere dal trono il Cavaliere. «Il governo deve dare la percezione di aver capito il disagio che c’è in giro». Un disagio che ha nomi e cognomi. E tra quei nomi e cognomi ci sono quelli dello stesso Bersani, di D’Alema e di coloro che hanno partecipato al ribaltone per arrivare a quella che tutti chiamano “sospensione della democrazia”. Ora le cose sono cambiate, i leader del Pd parlano di “rendimento in calo dell’esecutivo”. Lo stesso linguaggio che si usa per i calciatori fuori forma. Che di solito finiscono in panchina. O addirittura in tribuna.

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