E Santoro manda Grillo a fan “guru”

25 Mag 2012 20:21 - di

“Caro Beppe Grillo, ti parlo con un certo affetto, perché mi hai fatto sperare tanto in un cambiamento. Ma ora dici che noi conduttori televisivi, come i politici, siamo tutti morti. E non è normale che i giornali di Berlusconi e anche gli amici di Bisignani ti applaudano tanto quando tu attacchi tutta la tv indifferentemente», ha attaccato Michele Santoro, giovedì sera, al centro dello studio di “Servizio pubblico”. Si sente sedotto e abbandonato dal comico genovese, che non risparmia neanche lui e Travaglio quando c’è da attaccare il “vecchio”. Per questo il presentatore decide che è il momento di passare al contrattacco: «Grillo, tu hai bisogno di dire che siamo tutti uguali perché hai bisogno di tenere i tuoi ragazzi lontani dalle telecamere e devi consentire al tuo piccolo fratello e socio Casaleggio di controllare la situazione. Perché movimento va bene ma non troppo». Eccolo lì, il riferimento che non t’aspetti, a quella Casaleggio Associati che sta dietro tutte le mosse del comico e che è anche all’origine del primo incidente diplomatico con il neosindaco di Parma per la scelta di un assessore. Santoro ha capito che il “guru” è il punto debole di Grillo, quella società milanese in rapporti con il mondo della finanza e delle lobby non è esattamente nelle corde del suo elettorato. Ecco perché Santoro lo punzecchia. «Se i tuoi ragazzi sono contenti di non avere altro dio che non il tuo blog sono fatti vostri, e vi dico auguri. Però d’ora in poi riderò un pochino di meno, spererò un pochino di meno, e magari penserò un pochino di meno».  Quindi l’epitaffio finale, a richiamare uno sberleffo dello stesso Grillo: «Cazzo cazzo, culo culo, vaffanculo vaffanculo, ma tra poco “Servizio pubblico” ricomincia». È lo strappo, la rottura definitiva tra il mondo dei travagliani, che va da “Fatto” a Di Pietro, ai seguaci di Santoro, e il movimento Cinque Stelle. Che a quanto pare non guarda in faccia a nessuno.

Un “ribelle” anche a Venezia
«Beppe Grillo è stato fantastico come cortesia ed energia, ma non c’entra assolutamente nulla con le decisioni che prendiamo qui. Le decisioni non le prende lui, ma noi nella maniera più ampia possibile». Ha ben chiaro il concetto di autonomia anche il nuovo sindaco di Mira (Venezia), Alvise Maniero, 26enne esponente del Movimento 5 Stelle. Come Pizzarotti di Parma, che con il comico è stato subito chiaro. Il neosindaco Maniero ieri ha precisato di non parlare a nome del Movimento 5 Stelle: «Rappresento un gruppo di attivisti – ha aggiunto – perchè non esiste alcun individuo che possa parlare a nome del Movimento. Grillo ha due funzioni: quella di pubblicità e di essere garante minimo, per esempio impedisce che il simbolo Movimento 5 Stelle venga utilizzato da chi non rispetta condizioni elementari di base, tipo avere la fedina penale pulita. Ma le decisioni a Mira non le prende lui».

Il caso Tavolazzi a Parma
È sindaco da tre giorni, dopo il trionfo al ballottaggio a Parma, in nome della politica fatta dai cittadini e non dai partiti. La sua prima grana, però, è di quelle che più politica non si potrebbe immaginare: Federico Pizzarotti è alle prese da due giorni con un diktat arrivato da Beppe Grillo sulla nomina del direttore generale. Valentino Tavolazzi, ferrarese di 62 anni, attivista grillino della prima ora, già direttore generale del Comune di Ferrara sembrava la persona giusta. Peccato però che sia stato “scomunicato” dallo stesso Grillo, dopo che era stato eletto in consiglio comunale a Ferrara sotto le insegne del M5S. La sua colpa aver “tramato” per chiedere un’organizzazione un pò meno liquida dell’universo grillino. Beppe Grillo – o come denunciano alcuni ‘grillinì il suo kingmaker Gianroberto Casaleggio, citato anche dal Pd che chiede al comico di chiarire i rapporti «politici, finanziari ed economici» con la Casaleggio associati – ha aperto ieri il suo blog bollando la sua nomina come «una scelta impossibile, incompatibile e ingestibile politicamente. Mi meraviglio che Tavolazzi si ripresenti ancora sulla scena per spaccare il movimento 5 Stelle e che trovi pure il consenso di un consigliere». E ha invitato a inviare direttamente a lui i curricula per le candidature, procedura che ha suscitato forti proteste da parte dell’opposizione di centrosinistra.

Ma Pizzarotti non ci sta
Il neosindaco sfugge ai cronisti, poi pubblica un video sul blog di Grillo nel quale non tocca l’argomento, ma precisa che il rapporto col comico genovese «è sempre stato buonissimo». Non prima, però, di aver diffuso una nota con la quale il Movimento 5 Stelle rivendica la propria autonomia: «Il Comune di Parma ha bisogno di poter contare su persone che abbiano già dato prova di grande professionalità in ambito amministrativo. Riconosciamo a Beppe Grillo il grande merito di non aver mai interferito nella selezione dei candidati e nelle scelte politiche. Siamo certi quindi che avremo il suo pieno sostegno nell’autonomia di una decisione di carattere strettamente tecnico». Sulla nomina di Tavolazzi, così, potrebbe aprirsi un contenzioso fra “centro” e “periferia” che, sul web, sta portando molti attivisti a interrogarsi sull’essenza stessa del Movimento 5 stelle.

Benvenuti in politica…
«Il caso Parma, con discussioni pubbliche sulle nomine tra Grillo ed il nuovo sindaco, rivela un rapidissimo approdo di questo movimento nella galassia dei partiti in lite interna per il posto. Non avendo mai immaginato che la raccolta della comprensibile rabbia dei cittadini trasformasse i comici in statisti, non mi meraviglio affatto», è il commento di Maurizio Gasparri presidente dei senatori del Pdl. «Nè penso – aggiunge – che ciò arresterà l’attuale fase di consenso per i grillini. Tuttavia ne prendo atto».

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