Moderati? Sì, ma con moderazione

20 Apr 2012 20:36 - di

Il tentativo di Casini è chiaro a tutti. Non ci vuole la sfera di cristallo per capire che uno che è entrato in Parlamento con il sei per cento e che ora si trova al Governo per una manovra di Palazzo, sia preoccupato per il dopo. Il tentativo di fagocitare Fini e Rutelli per arrivare a un dieci per cento tagliando la strada verso altre alleanze al Pdl, non sembra andare lontanissimo. La sua scommessa si fonda sulla speranza che il Pdl esploda e lui possa cannibalizzarne i resti. Se ciò non accade potrà solo tornare a rappresentare quel centro col trattino che, se non si aggiunge a “destra” o a “sinistra”, non tornerà mai al governo. La nostra risposta a questo suo agitarsi è ovvia: definire i margini di un Ppe all’italiana dove si trovino tutti coloro che non sono di sinistra o ipocriticamente antipolitici. Il famoso “polo dei moderati”, come tutti insistono a chiamarlo. Eccetto che se è troppo moderato non serve a nulla. Non serve a cambiare la politica e certo nemmeno l’Italia. I cambiamenti di cui abbiamo bisogno sono tutt’altro che moderati. Alfano annuncia per il dopo-amministrative iniziative e una campagna politica tutt’altro che moderate. Ne saremmo felici. Quest’anno di moderazione ne abbiamo vista abbastanza.

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