Berlusconi: pronti al voto a ottobre. E chiama Casini

24 Apr 2012 20:43 - di

Sostiene Berlusconi che se si votasse a ottobre il centrosinistra potrebbe diventare maggioranza nel Paese. Sembrerebbe una buona notizia per Bersani, il quale invece sembra infastidito dalla profezia e si oppone subito a quella che evidentemente considera una trappola del Cavaliere per costringerlo a… vincere. È tutto in questo paradosso il senso di una giornata che rivede protagonista il Cavaliere e in imbarazzo il suo rivale del Pd, che neanche di fronte all’ipotesi di anticipare le elezioni, con la possibilità di vincerle, si smuove dalla sua linea attendista che prevede il sostegno assoluto ai tecnici in attesa degli eventi. Chissà come saranno contenti gli elettori del Pd. Berlusconi, intanto, chiama il serrate le file: «Il voto a ottobre è un’ipotesi, dobbiamo tenerci pronti a tutto, anche a questa eventualità», ha detto parlando a Montecitorio dopo aver pranzato al ristorante della Camera e dopo aver incontrato i coordinatori regionali e provinciali del partito. A loro aveva confidato che il centrosinistra potrebbe puntare al voto anticipato, convinta di poter vincere con l’attuale legge elettorale: il Pd, in realtà, secondo Berlusconi, non vorrebbe modificare l’attuale sistema elettorale perché la legge in vigore le sarebbe più favorevole. E se si andasse alle elezioni a ottobre la sinistra potrebbe vincere, «visto che la Lega masochisticamente ha deciso di andare alle amministrative da sola e Fini è andato via». «Il Pd mantiene la parola data e per noi si vota nella primavera del 2013. Se Berlusconi ha problemi lui, lo dica ma mi consenta di lasciare a me la parola sul Pd», è la replica piccata di Bersani. «Al voto bisogna andare ad aprile maggio perché è un bene che Monti abbia carta bianca a governare, perchè con lui siamo in buone mani», aggiunge il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. Nessuno vuole elezioni anticipate o c’è qualcuno che bluffa? Di sicuro le chiedono gli ulivisti del Pd, che puntano a un accordo con Idv e sinistra radicale e a un voto il più veloce possibile, altro che intese bipartisan e accordi centristi con Casini, il quale, invece, è nel mirino di Berlusconi.

Il richiamo ai moderati

«Stiamo lavorando con la sinistra per una legge elettorale che si avvicini al modello proporzionale tedesco, dove i partiti si presentano da soli e quello che ha più voti ha la responsabilità di formare il governo», ha spiegato ieri Berlusconi, toccando uno dei punti chiave della questione “urne a ottobre”. Si andrà a votare ancora con il Porcellum? Conviene anche alla sinistra, che tanto lo disprezzava? Intanto il Cavaliere lancia il suo appello al centro: «Bisogna unire i moderati, noi speriamo assolutamente si possano presentare insieme alle prossime elezioni nel 2013. Quindi, faremo tutto ciò che sarà in nostro potere di fare per far sì che tra i moderati non ci siano più fratture». E la novità annunciata da Alfano? «Stiamo lavorando a un programma, una proposta che ha molti contenuti innovativi». Ma c’è anche in cantiere un cambio d’immagine, a  cominciare dal simbolo: «Penso che verranno sottoposti ai nostri delegati diversi nomi tra cui scegliere per un cambiamento». Il passo successivo sarebbe quello di proporre «a tutti i partiti moderati una confederazione» con la possibilità di «mantenere la propria sigla e di unirsi a noi». «I moderati in Italia dal ’48 ad oggi sono la maggioranza del Paese se non si dividono, se arriva qualcuno che li divide consegna automaticamente la maggioranza alla sinistra – ha proseguito – Noi speriamo assolutamente che i moderati si possano presentare insieme alle prossime elezioni e quindi faremo tutto ciò che sarà in nostro potere di fare per far sì che tra i moderati non ci siano delle fratture». Ieri Berlusconi ha anche voluto sgomberare il campo dagli equivoci sulla sua successione, tornando sul tema del “quid”: «Io Alfano lo conosco bene, lavoro con lui da oltre dieci anni. È dotato di quel quid in più che solo lui ha e di cui c’è bisogno». Abbiamo, ha assicurato Berlusconi, un giovane segretario che abbiamo avuto la fortuna di trovare nella nostra squadra. «Alfano lo conosco bene, lavoro con lui da oltre dieci anni, è dotato di una lealtà assoluta e di una capacità straordinaria e di quel quid in più che solo lui ha e di cui c’è bisogno, di quel quid in più e non di quello che qualcuno aveva provato ad attribuirci».

Tutti insieme al centro?
«L’unità dei moderati si costruisce sulle cose concrete da fare, non su nominalismi ma su programmi da fare», frena Pier Ferdinando Casini, ma non lascia cadere il discorso: «Quello  è un suo proposito che io rispetto ma l’unità dei moderati si costruisce sui programmi». «Le formule non ci interessano, prima bisogna fare le riforme ed è prioritaria quella elettorale», aggiunge il segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa. Dal Pdl i commenti sono tutti favorevoli all’ipotesi di una confederazione dei moderati. «Personalmente sono sempre stato favorevole a federare tutte le forze politiche alternative alla sinistra», dichiara il coordinatore nazionale del Pdl Ignazio La Russa. «Quella di una confederazione di tutti i moderati che mantengono una loro identità è una proposta ottima che condivido profondamente, spiega il senatore del Pdl, Altero Matteoli. «Rispondiamo a Casini che l’unità dei moderati si può fare sui programmi e sull’intenzione politica di costruire una grande alleanza moderata e riformista», sottolinea il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto.

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