Tutti gli uomini che hanno fatto la cultura di destra

29 Mar 2012 20:02 - di

Per chi è ancora convinto che dalle nostre parti la cultura non sia di casa e che i pensatori cosiddetti “di destra” siano stati e siano uno sparuto gruppetto, ci pensa adesso un libro a fare chiarezza una volta per tutte, con tanto di nomi e cognomi. Il falso mito secondo cui a destra, nei decenni, si sarebbe aggregata sempre e comunque la peggiore feccia composta da teste vuote e psicopatici frustrati di turno, è d’altronde una favoletta creata ad arte, in tempi ormai lontani, da quegli «intellettuali» organici al Partito comunista, che occuparono l’università italiana sostenendo il dogma che la cultura fosse indiscutibilmente di sinistra. Nonostante oggi i protagonisti di quella stagione siano defunti o pensionati d’oro, questa aberrante teoria sembra tuttora condivisa da certi pseudo-pensatori contemporanei “di tendenza” e pertanto, fare chiarezza su questo punto non appare per niente inopportuno, nemmeno nei tempi attuali, in cui – dopo avere frettolosamente celebrato il funerale alle ideologie storiche – si vorrebbe inseguire spasmodicamente la verità rivelata dai tecnocrati, novelli salvatori della patria nel nome della nuova ideologia bancaria dominante.
Per queste ragioni, quello appena uscito è un libro di cui c’era e c’è bisogno: si intitola Centodestre, è un corposo volume curato da Tommaso Romano, Vito Mauro e Umberto Balistreri (editrice Isspe – Istituto studi politici ed economici) e si presenta come un documentato atlante biografico, un dizionario dalla “a” alla “z”, con le biografie di tantissimi personaggi della storia che, a vario titolo, hanno contribuito alla cultura italiana ed europea. Personaggi, tutti ascrivibili al cosiddetto pensiero “di destra”, che in epoche storiche differenti hanno sviluppato un corpus di idee, intuizioni, dottrine socio-politiche, pensieri filosofici, principi spirituali ed esistenziali, delineatisi nel panorama nazionale in modo indipendente e spesso antagonista rispetto alle ideologie marxiste, liberali o strettamente cattoliche.
Certo, fra loro ci sono monarchici, neofascisti, post-fascisti, nazionalpopolari, repubblicani, socialisti nazionali, spiritualisti, neoborbonici, pagani, corporativisti, tradizionalisti cattolici, futuristi, presidenzialisti e chi più ne ha più ne metta, ma il dato che emerge è che – pur nelle diverse storie personali e sintesi culturali – questi pensatori sono indiscutibilmente accomunati da una sensibilità per visioni del mondo alternative rispetto al pensiero unico dominante. Cento destre, dunque, perché davvero tante sono le proiezioni culturali entro cui il pensiero non conforme si è sviluppato nel nostro Paese dalla prima metà del Novecento fino ai nostri giorni.
«I riferimenti quasi monocordi a Giovanni Gentile e a Julius Evola, qualche volta a D’Annunzio e Prezzolini – scrivono i curatori del volume – non danno certamente la misura di una presenza umana, né di una produzione intellettuale, né tantomeno la qualità delle singole personalità e dei contesti in cui le cento destre si manifestano. Abbiamo allora voluto scegliere il titolo Centodestre, proprio perché vogliamo partire dall’analisi delle pluralità di scelte, orientamenti e prospettive presenti in gran numero fra i moltissimi autori inseriti in questo volume».
Questo atlante biografico non è, però, soltanto uno strumento per sottolineare l’esistenza di un universo sommerso e spesso ghettizzato dalla cultura dominante, ma anche un modo per superare un certo individualismo che, a volte, ha accomunato molti esponenti della cultura non conforme. Peraltro, con apprezzabile onestà intellettuale, i curatori sottolineano che la tentazione di iscrivere a destra ogni e qualunque fenomeno di alternatività alla sinistra è, comunque, uno schema semplificatorio più consono al dibattito politico quotidiano che non alla vita culturale: «È da sottolineare – spiegano – che i personaggi inseriti si possono porre, a volte anche radicalmente, in aperto dissenso pure nei confronti delle dominanti aree di schieramento politico-ideologico ed anche di governi a cui un’area come la destra nominalmente si ascrive».
Giusto per citare solo qualcuno fra i tantissimi profili biografici inseriti in questa ricerca, non mancano i pilastri del Movimento sociale italiano, primi fra tutti Giorgio Almirante e Pino Romualdi, numerosi direttori del Secolo d’Italia, fra cui Franz Maria D’Asaro, Filippo Anfuso, Giano Accame, autori «dissonanti» come il padre italiano della Nuova Destra, Marco Tarchi, il cantautore Massimo Morsello, lo storico delle religioni Pio Filippani Ronconi, lo studioso steineriano Massimo Scaligero, l’esoterista Gaspare Cannizzo, ma anche il teorico della «moneta di popolo» Giacinto Auriti, l’ispanista Giovanni Allegra, gli scrittori Curzio Malaparte, Alfredo Cattabiani, Carlo Mazzantini, oltre a tanti altri personaggi noti e meno noti. La pubblicazione di questo atlante, comunque, è solo alla sua prima edizione ed è da considerare proprio come un primo passo, perché per stessa volontà dei curatori, i lettori potranno segnalare autori non ancora inseriti o integrare e perfezionare le biografie già presenti. Lo scopo è infatti di ampliare ulteriormente quest’opera, dando una visione ancora più ampia e precisa del contributo offerto alla cultura dai pensatori di destra.

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