E il Terzo Polo naufragò sulla… “Costa” di Palermo: Fli e Udc divisi al voto

12 Mar 2012 20:09 - di

Aveva invocato uno “schema Monti” del quale, secondo lui, Palermo avrebbe disperatamente bisogno per uscire dall’emergenza. Un appello che è stato raccolto, dopo giorni di attesa e di trattative, dal Pdl: «Costa è il nostro candidato». Dopo giorni di suspence e di colpi di scena, l’appello di Massimo Costa è stato raccolto: sarà il candidato unitario di Pdl, Udc e Grande Sud per Palermo. L’ultimo stadio dell’avvicinamento è avvenuto con la conferenza stampa tenuta a sorpresa sabato: «La situazione del Paese e di Palermo – spiegava Costa – impongono un senso di responsabilità altissimo. Tradotto significa che non c’è spazio per sofismi. L’esempio da seguire si chiama Mario Monti, che ha dato credibilità a questa Italia fallita. Credo che l’onorevole Alfano e il presidente Cascio abbiano un senso di responsabilità alto e accoglieranno questo appello, che serve a salvare Palermo».

Il Terzo polo si rompe
«Con uno che si chiama “Costa” dovevamo aspettarcelo un abbandono della nave». Dietro l’ironia sulle bacheche facebook dei militanti di Futuro e libertà e dell’Mpa si malcela tutta l’amarezza di queste ore dopo lo choc derivato dall’apertura ufficiale al Pdl da parte del loro (ormai ex) candidato. Si evoca il disastro della nave da crociera Costa Concordia, infatti, perché proprio la coalizione che ha lanciato l’ex presidente regionale del Coni per lo scranno di Palazzo delle Aquile si è arenata sullo scoglio dell’“allargamento”. Chi non ci sta ad accettare questo schema (a differenza di ciò che accade a Roma) sono poprio i finiani che, dopo gli strali e la “rassicurazione” che i fatti di Palermo non avranno ripercussioni all’interno del Terzo polo, hanno deciso di correre da soli lanciando la candidatura di Alessandro Aricò, deputato regionale di Fli. «Costruiremo a Palermo una lista del Terzo polo alternativa alla sinistra e alla gestione fallimentare di Cammarata», ha spiegato il numero due di Fli Italo Bocchino rilanciando il fatto che la pregiudiziale non è contro il Pdl ma contro l’esperienza del sindaco uscente. Alla fine anche l’Mpa – che aveva preso un po’ di tempo per valutare eventuale controproposte – ha accettato di convergere sull’esponente di Fli.

L’Udc: Fli incoerente
Tutta un’altra aria si respira nell’Udc. «Noi abbiamo fatto una scelta chiara che è quella di Costa – ha affermato il segretario nazionale Lorenzo Cesa – e portiamo avanti con coerenza la scelta fatta rispettando i patti. Mi dispiace che Fli vengo meno a quest’accordo». Gianfranco Miccichè, leader di Grande Sud, da parte sua ha rilanciato fin da subito l’idea di Costa: «Quella di Massimo Costa è una posizione seria e coraggiosa. Chiedo a tutti di mettere da parte gli antichi rancori – sui quali potrei dare lezioni all’università – e pensare, invece, di più al bene comune e al futuro della politica».

Il vertice del Pdl
Dalle parti del Pdl ieri è stata la giornata del vertice tanto atteso. Nel guazzabuglio in cui è trasformato il dibattito sul futuro primo cittadino in questi giorni si era ventilata anche l’opzione di altri nomi (con un passo indietro cui Costa si era dichiarato disponibile). Di questo si è parlato nella riunione a Palermo tra i coordinatori del Pdl, Francesco Scoma e Gianpiero Cannella, e i dirigenti del Pid dell’ex ministro Romano. Non era semplice trovare l’intesa, dato che le incognite erano tante: l’Udc ad esempio non voleva sentir parlare di accordi col Pid, che da parte sua ha offerto al Pdl la candidatura di Marianna Caronia, deputato regionale ed ex vicesindaco nella giunta Cammarata. Alla fine si è giunti a una scelta: ognuno andrà con il proprio candidato. Il Pdl convergerà su Costa, il Pid su Caronia. E in caso di ballottaggio uno sosterrà l’altro, «nel nome della rinnovata unità del centrodestra».

I guai del Pd
Se il Terzo polo si è rotto e il Pdl ha trovato l’intesa su Costa, dalle parti del Pd continua lo psicodramma. Dopo la vittoria dell’outsider Fabrizio Ferrandelli su Rita Borsellino – con tanto di strascichi giudiziari sulla vicenda delle primarie – i vertici siciliani del partito hanno chiesto la resa dei conti (rinviata a dopo il voto) con il coordinatore Giuseppe Lupo. Al centro, come è chiaro, vi è l’esperienza del governo Lombardo (contestata da Lupo, sostenuta dai vincitori delle primarie) e le intese per le prossime Regionali. Come se non bastasse, all’interno della coalizione c’è chi ritiene l’affermazione di Ferrandelli «eticamente inattendibile». Per questo motivo l’Idv e la sinistra radicale non intendono accettare il verdetto delle primarie e, chiedendo alla Borsellino «di non mollare», continuano a minacciare di correre con un proprio candidato.

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