«Monti? Il ragazzo s’impegna ma può fare di più…»

23 Feb 2012 20:00 - di

La battuta è venuta spontanea a più d’uno: “Governo Monti, cento e loden”. Il gioco di parole sul capo d’abbigliamento divenuto simbolo dell’esecutivo sobrio era scontata, anche se il Professore & sodali sono ben lungi, in realtà, dall’aver raggiunto una promozione a pieni voti al termine dei primi cento giorni dall’insediamento. Soprattutto nell’ambito di una destra costretta a tenere in vita il governo per senso di responsabilità ma qualche mal di pancia al suo interno. Per qualcuno Monti ha fatto troppo poco, per altri ha fatto troppo e male. Anche se non manca chi, tutto sommato, ritiene che i lati positivi dell’azione governativa siano, in definitiva, maggiori di quelli negativi. Noi l’abbiamo chiesto a dieci personalità rappresentative di un certo mondo – cinque politici e cinque non politici – domandando quale fosse la cosa migliore e quella peggiore da ascrivere a Monti, nonché un voto generale da uno a dieci. La media, alla fine, non raggiunge il quattro, anche se i differenti giudizi sono articolati, stratificati e non mancano i pareri sostanzialmente positivi. Qualche voto eccessivamente polemico, inoltre, sbilancia la media finale. Per il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco, per esempio, «questo governo è un capolavoro di mobilitazione mediatica. Se solo ci fosse stato un altro Presidente della Repubblica, diciamo un Cossiga, un governo che vede un prefetto al ministero dell’Interno, un ambasciatore agli Esteri, un ammiraglio alla Difesa sarebbe stato raccontato come il governo del golpe. La cosa migliore che ha fatto è radunare attorno a sé l’incenso della grande stampa. La cosa peggiore è aver radunato attorno a sé solo l’incenso della grande stampa. Voto: 10 (non foss’altro che per questa capacità mimetica)». Polemico e raffinato, com’è nel suo stile. Non si sbilancia, invece, l’ex ministro della Gioventù Giorgia Meloni, per la quale il bilancio di quanto fatto sin qui dall’esecutivo è sostanzialmente medio. «La cosa migliore – ha spiegato – è la riforma del sistema pensionistico, che avremmo dovuto fare noi, in realtà. La cosa peggiore sono i mancati provvedimenti contro le banche e contro alcuni poteri forti che ricordano paurosamente La fattoria degli animali di Orwell. Voto: 6». Sul suo blog, invece, l’attore Enrico Montesano si è posto un dubbio amletico: «Vuoi vedere che dopo i primi 100 giorni sto diventando “montiano”». Ecco come ci ha spiegato le sue perplessità rispetto all’esecutivo: «Di questo governo – ha dichiarato – dò un giudizio ambivalente. La cosa migliore che ha fatto è stato togliere di mezzo le solite facce e il solito bla bla. Ho apprezzato anche il no alle Olimpiadi. La storia insegna: basta con gli affari della cricca, basta cattedrali nel deserto. Non ci possiamo permettere spese folli, con quei fondi costruiamo cose più utili per il Paese, dalle carceri agli ospedali all’avanguardia. La cosa peggiore dell’esecutivo è non aver fatto veri tagli alle province, agli enti inutili, alla burocrazia parassitaria. E poi certo, avrei preferito che si fosse andato alle elezioni, ma qui mi pare che degli elettori se ne fottono tutti. Il governo Monti, invece, è figlio di un piccolo colpo di mano, anche se incruento. Voto: 5». Fa parte del Pdl che sostiene Monti, ma il Professore non può proprio digerirlo, invece, quel Gianfranco Rotondi che sin da subito è apparso molto critico nei confronti dell’esecutivo. E contro il governo usa, come al solito, l’ironia pungente che lo contraddistingue. «La cosa migliore – ha spiegato – è il capolavoro che consiste nell’aver aggirato la politica con uno straordinario concerto politico. E questo è un capolavoro, perché è accaduto nel rispetto delle regole. La cosa peggiore? È la stessa identica cosa. Voto: non classificato. Si danno i voti ai governi che… hanno i voti. Questo esecutivo, invece, ci è caduto addosso». Ipercritico e catastrofista il vicedirettore del Foglio, Alessandro Giuli, che di fronte all’esecutivo tecnocratico diventa quasi democratico. Ma fino ad un certo punto. «Un giuizio sul governo? In una parola: “calamitoso”. Nel senso che è una “calamità innaturale” che sta contribuendo alla disintegrazione degli ultimi brandelli di sovranità naturale. La cosa migliore che ha fatto è stata risparmiare a Berlusconi una fine ancor più ingloriosa e magarinche qualche turbativa all’ordine pubblico. La cosa peggiore è il fatto che esista. E credo anche che non sarà facile sloggiarli, anche solo ideologicamente parlando. Io non sono un cultore della democrazia, ma qui mi sembra che stia accadendo qualcosa di strano se i due maggiori partiti, uno che viene dal governo e l’altro dall’opposizione, farebbero carte false pur di non votare alle amministrative. Nel cuore dei partiti la democrazia comincia a diventare una cosa non essenziale, direi quasi una scocciatura, perché andando al voto ci si conta. Un po’ come sta accadendo in Grecia. Come vogliamo chiamare tutto ciò? Voto: –10». Sulla stessa linea il deputato del Pdl Maurizio Bianconi, che a Monti e ai suoi non fa sconti. E affonda il coltello: «La cosa migliore che ha fatto il governo? Semplice: nessuna. La cosa peggiore? Il progetto di annientare la politica, di azzerare la nostra tradizione per farci assomigliare alla Germania. E ancora: aver favorito la recessione, l’inflazione, l’accanimento contro il ceto medio, la soggezione nei confronti del grande capitale… Devo continuare? Voto: 1». Diverso e più articolato il parere del fondatore di Libero, Vittorio Feltri. Il giornalista non ha mai fatto sconti al governo dei tecnici, ma il bilancio finale della sua azione è tutt’altro che catastrofico. Anche perché la fiaccola olimpica all’ombra del Colosseo, Feltri proprio non ce la voleva e in questo ha finito per dar ragione all’ex rettore bocconiano: «La cosa migliore che ha fatto questo governo – ha spiegato – è stata la bocciatura delle Olimpiadi. I Giochi vanno bene per nazioni in via di sviluppo, che hanno necessità di mostrare la loro crescita. A noi non servono, non abbiamo una lira. In questo modo abbiamo anche evitato le grandi opere che avrebbero sfasciato Roma come nel 1960. È stato un atto di responsabilità. La cosa peggiore sono state le finte liberalizzazioni. Prendersela con taxisti, farmacisti, edicolanti: ma che liberalizzazioni sono queste? Voto: 7». Chi il governo lo sostiene senza se e senza ma, con entusiasmo e convinzione, è invece la giovane deputata del Pdl Annagrazia Calabria, che spiega senza mezzi termini: «Il mio bilancio è positivo. La cosa migliore che ho riscontrato, senza entrare nel merito dei singoli provvedimenti, è stata la presa di coraggio e di responsabilità nelle grandi riforme che questo Paesesi merita. La cosa peggiore? Francamente non c’è nulla in particolare che mi abbia deluso. Voto: 7,5». Sostanzialmente positivo anche il bilancio del giornalista Filippo Facci, che ha qualche dubbio sulla legittimità dell’esecutivo ma nel merito ne apprezza l’approccio laico. Rispetto al quale, tuttavia, spera che si riesca ad andare fino in fondo e a superare la fase degli annunci: «Quello di Monti è un buon governo non democratico. La cosa migliore che ha fatto è stato annunciare che avrebbe fatto pagare l’Ici alla Chiesa. La cosa peggiore è stata non attualizzare il pagamento dell’Ici per la Chiesa. Voto: 7». Monti torna invece sotto la sufficienza con la parlamentare del Pdl Viviana Beccalossi, che tuttavia ascrive all’esecutivo il merito di saper mettere al centro del dibattito temi scomodi preclusi ai partiti, che spesso scontano un’opposizione ideologica non pervenuta nei confronti dell’attuale classe dirigente. «La cosa migliore che ha fatto il governo – ha detto – è stata mettere sul tavolo la modifica dell’articolo 18, l’avessimo fatto noi ci avrebbero impalati vivi, come peraltro è accaduto quando ci abbiamo provato. Il fatto che, sia pur tra qualche protesta, se ne possa parlare è positivo. Io, peraltro, sono d’accordo a rivedere quella norma e a dare la possibilità agli imprenditori di licenziare i lavativi, ovviamente sempre in una logica di rispetto del dipendente. La cosa peggiore è stata il decreto svuotacarceri. E mi spiace che il Pdl abbia votato a favore di un provvedimento che calpesta una battaglia storica della destra, quella per la certezza della pena. Voto: 5». In tutto questo, fra entusiasti e apocalittici, resta l’impressione generale di un governo nato nel modo peggiore ma che ha indubbiamente le mani più libere di qualsiasi altro esecutivo del passato. Per ora, al di là della cortina fumogena mediatica, si è visto poco di concreto. Il voto in condotta di sicuro è buono. Per la sufficienza globale, ancora c’è da aspettare e vedere.

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