Manager pubblici, ecco gli stipendi: ma non basta…

23 Feb 2012 20:47 - di

Sono una sessantina i nomi dei vertici della pubblica amministrazione che superano il tetto dei 294 mila euro, considerata come soglia massima per gli stipendi dei manager pubblici. Dal capo della Polizia Antonio Manganelli a quota 621.253, 75 euro al presidente dell’Agcom Corrado Calabrò a quota 475.643,38 passando per il Ragioniere Generale dello Stato Mario Canzio che ha una retribuzione di 562.331,86 euro, il capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Franco Ionta a 543.954,42 euro e il capo Gabinetto del ministero dell’Economia Vincenzo Fortunato con 536.906,98 euro. È quanto risulta dalla lista consegnata ieri dal ministro per la Pa Filippo Patroni Griffi al Parlamento su richiesta delle commissioni Affari costituzionali e Lavoro. In attesa che il governo ponga finalmente un tetto agli emolumenti dei funzionari pubblici, equiparandoli a quelli dei primi presidenti di Cassazione di 293mila euro (come a più riprese sollecitato dal Pdl), il governo lancia l’operazione trasparenza anche nei confronti della “casta” dei manager pubblici. La lista di coloro che attualmente percepiscono redditi superiori ai 293.658, 19 euro era stata richiesta dalla Funzione pubblica a tutte le Pubbliche amministrazioni, con esclusione di Regioni e Comuni, su sollecitazione delle due commissioni impegnate nell’esame del Dpcm che definisce proprio il limite massimo riferito al trattamento economico annuo onnicomprensivo per i pubblici dipendenti. Per il presidente dell’Agcom Giovanni Pitruzzella, così come gli altri membri del collegio Piero Barucci, Carla Rabitti Bedogni e Salvatore Rebecchini, il compenso è ora di 304.951,95 euro lordi. Stesso tetto all’Autorità per le comunicazioni: 304.951,95 euro lordi per il presidente Corrado Calabrò e i commissari D’Angelo, Lauria, Mannoni, Martusciello, Napoli e Sortino. Il Capo dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli, guadagna 364.196 euro, il segretario generale, Giampiero Massolo, guadagna 412.560 euro, il Capo Dipartimento giustizia minorile, Bruno Brattoli 293.029,60 euro, il direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, percepisce 304 mila euro (dal 24 giugno 2011), il vicario del direttore generale, Marco Di Capua, 305.558 mila euro (al netto del contributo solidarietà).
L’elenco dei top manager della pubblica amministrazione super pagati, consegnato ieri al Parlamento dal ministro per la Pubblica amministrazione, riguarda solo le retribuzioni erogate dagli enti e dalla amministrazioni indicate e non comprende il cumulo di altri incarichi. «Le retribuzioni indicate non tengono conto del cumulo di altri incarichi», ha spiegato il ministro Patroni Griffi. «Non ci sono i benefit – ha continuato – perchè noi abbiamo chiesto la retribuzione da contratto. Le aggiunte, i cumuli dei vari compensi, allo stato attuale non li abbiamo ancora e cercheremo di averle. Però nello schema del decreto c’è un articolo che prevede una dichiarazione annuale del dipendente all’amministrazione di appartenenza degli incarichi e delle relative retribuzioni presso altre amministrazione». «La normativa sulla trasparenza indica che dovranno essere pubblicate sui singoli siti ma non ci sono obblighi di comunicazione al governo o ad altri», ha continuato il ministro, che ha anche spiegato come la sua circolare dei giorni scorsi, per sollecitare le amministrazioni a diffondere i dati, chiedeva tutti i dati ma «in tre giorni non mi avrebbero mai risposto perchè non li avevano. Però l’importante è cominciare ad avere dei dati». Il ministro ha inoltre spiegato che «la lista dei vertici dei ministeri è completa». Il parere delle commissioni Affari costituzionali e Lavoro è previsto per il 29 febbraio.

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