La Russa: «Lega, ricominciamo. Ma con patti chiari»

23 Gen 2012 20:52 - di

«Scaricate Monti, o Formigoni cade». L’altolà leghista non è piaciuto, nel Pdl, tanto da paventare controricatti in Piemonte e Veneto. Ma Ignazio La Russa spiega: «Dando l’ok a Monti facciamo un favore anche a loro. E comunque il vero problema non è Maroni…».

La Russa, ha visto i propositi bellicosi della Lega? Hanno minacciato la crisi politica in Lombardia…

Faccio una premessa: non dimentichiamo da dove vengono queste parole. Vengono da un comizio di piazza…

Sì, ma da un comizio di Bossi. Non è esattamente l’ultimo militante con le corna da vichingo…

I leghisti, durante i comizi, amplificano a dismisura i propri contenuti politici. Questo è vero per tutti noi che facciamo politica, ma per loro di più. Nei comizi, tuttavia, non avrebbero mai dato l’ok al decreto per Roma capitale o agli aiuti per i rifiuti di Napoli, cose che però hanno concretamente approvato quando erano al governo…

Insomma, sono solo chiacchiere al vento?

Be’, è vero che Pdl e Lega sono in un momento di minor vicinanza.

Loro vi rimproverano l’appoggio a Monti…

Attenzione: noi abbiamo detto sin dall’inizio che il nostro è un certificato di sopravvivenza. Abbiamo dato un via libera al governo, ma non un vero appoggio politico.

E questo dovrebbe far differenza, per il Carroccio?

Ripeto, c’è una diversità di vedute sull’argomento. Ma è meno radicale di come la raccontano loro. E poi votando la fiducia a Monti abbiamo fatto un favore anche a loro…

In che senso?

Vede, anche il Carroccio subirebbe un danno se la colpa della difficile situazione economica cadesse interamente sul governo Berlusconi. Il governo Monti e le sue difficoltà dimostrano che la crisi non l’abbiamo creata noi (e quindi neanche loro).

Comunque i rapporti restano tesi…

Certo, ma come sempre queste tensioni non precludono accordi alle amministrative, che sono le elezioni più imminenti.

Ci sono margini di trattativa?

Guardi, io chiedo alla Lega se sono pronti a correre il rischio di perdere. Perché beninteso: divisi è molto più facile perdere. Loro se la sentono? Se loro vogliono correre questo rischio lo correremo anche noi. Ma certo, andare uniti sarebbe meglio. A patto che gli accordi siano chiari.

Qual è il suo timore?

Bisogna puntualizzare con la massima chiarezza che non accetteremo accordi solo sui loro candidati. Per ogni comune in cui il Pdl sosterrà un leghista dovrà esserci una città in cui loro sosterranno noi. Serve un equilibrio di questo tipo o non se ne fa nulla. Questo è il vero punto dirimente, altro che Maroni…

A proposito: dove vuole andare Bobo?

Semplice: vuole essere il successore di Bossi.

Tutto qui?

Certo. Il problema non è affatto legato al posizionarsi della Lega di qua o di là. Maroni ha un’aspirazione del tutto legittima, vuole essere per il Carroccio ciò che Alfano è stato per noi. Poi è ovvio che Maroni può muoversi più a 360 gradi di un Calderoli, lui è sempre stato l’anima dialogante della Lega. Ma credo che non ci siano riposizionamenti in corso.

Quindi non vi preoccupano le schermaglie fra Bossi e Maroni?

Diciamo che ci preoccupa in genere tutta la situazione.

E il ricatto sulla Lombardia?

Se loro ci mettono in difficoltà in Lombardia noi potremmo fare altrettanto in Piemonte e Veneto. Ma non si arriverà a tanto.

Quella di Bossi è solo propaganda?

Sì. Il problema è che i leghisti a volte finiscono per crederci troppo, alla propaganda. Comunque i veri motivi di frizione saranno altri, tipo il ritorno delle smanie secessioniste, che noi non accettiamo. In ogni caso la Lega si ricordi di una cosa…

Dica…

Noi senza di loro abbiamo già vinto. Loro senza di noi mai.

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