Sinistra sotto choc: il G20 ha promosso Berlusconi

4 Nov 2011 20:34 - di

Maledetto G20, per il centrosinistra italiano. Non glien’è andata bene una. Non c’è stata bocciatura per il Cavaliere, non c’è stato “commissariamento” (come invece hanno tentato di far credere, fino all’ultimo, i giornali che coccolano l’opposizione), Obama ha ribadito la sua fiducia nelle misure volute dal governo, anche Sarkozy ha «reso omaggio» agli sforzi di Palazzo Chigi. Non a caso, per commentare gli esiti del vertice di Cannes, da Bersani alla Finocchiaro hanno scelto la linea degli insulti gratuiti. Ma non è questo che conta. «L’Italia ha un’economia solida, non siamo preoccupati», ha detto Berlusconi alla conferenza stampa alla fine del G20. I fatti sono fatti, ed è innegabile che l’attacco ai titoli rappresenta «una moda passeggera», la ricchezza privata degli italiani è tre volte il debito, il governo è già sceso in campo con le misure necessarie per contrastare la crisi e c’è il supporto di tutto il G20 su questi provvedimenti, di cui una prima tranche avrà l’ok del Parlamento entro il mese di novembre. Le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti, ma «noi siamo al governo e abbiamo una maggioranza solida e quindi continueremo a governare». «Verso l’Italia – ha aggiunto – c’è un pregiudizio antico che il governo attuale subisce. Mi sembra che non ci sia una forte crisi. I consumi non sono diminuiti, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare il posto, i ristoranti sono pieni». L’impoverimento delle famiglie è «colpa del cambio lira-euro» che è stato voluto da Prodi. E le consultazioni informali di Napolitano? «Il Quirinale – ha replicato il Cavaliere – ci ha informato della sua volontà che era assolutamente positiva. Di fronte alle necessità di approvare le misure il Colle auspicava che da parte dell’opposizione ci fosse una convergenza. Abbiamo apprezzato questo operato, siamo tutti sulla stessa barca e io mi sento di dover ringraziare il presidente della Repubblica. Abbiamo concordato con lui la nostra richiesta di certificazione dal parte del Fmi».

Le bugie dell’opposizione
Nessun commissariamento, quindi, ma semplicemente una richiesta di certificazione che ha avuto l’accoglimento del Fondo monetario internazionale. Centrosinistra e grande stampa che ieri hanno dato per scontata questa lettura di fatto hanno continuato a vendere fumo e bugie. Il comunicato finale del G20 lo dimostra: «Diamo il benvenuto – c’è scritto – alla decisione italiana di invitare l’Fmi a portare avanti una verifica pubblica dell’attuazione delle sue politiche su base trimestrale». Lettura confermata Nicolas Sarkozy, che parla di «Italia che ha preso le misure necessarie per arrivare al pareggio di bilancio nel 2013 e ha deciso di fare ricorso al Fmi e alla Commissione europea (la prossima settimana è prevista una missione della Ue a Roma) per certificare su base trimestrale i suoi conti». Adesso il Belpaese, dice il presidente francese, non è solo di fronte agli attacchi della speculazione, ma ha attorno a sé «la solidarietà europea». E Franco Frattini ha messo la parola fine su tutta la vicenda: «Benvenga una certificazione trasparente e imparziale della Commissione Ue e del Fondo monetario internazionale» sull’attuazione delle misure che il governo ha adottato per uscire dalla crisi. Finora, invece, il «monitoraggio è stato effettuato da organismi non trasparenti: mercati agenzie di rating e speculatori». Un aiuto nell’azione di recupero della fiducia che, ha detto Napolitano, «non può considerarsi compito di una parte sola». L’Italia «non può dare segni di scarsa determinazione e affidanìbilità», deve quindi attuare puntualmente gli impegni presi verso l’Europa. In questo senso  le conclusioni di Cannes non possono che essere giudicate positivamente. E i giudizi negativi sul nostro Paese? Per Napolitano «affiorano anche qua e là, se non pregiudizi antichi, nuovi giudizi unilaterali o ingenerosi e calcoli insidiosi. Ma guai a rispondere con ritorsioni polemiche o animosità». «Parliamoci chiaro – ha aggiunto – nei confronti dell’Italia è insorta in Europa, e non solo in Europa, na grave crisi di fiducia. Dobbiamo esserne consapevoli e sentirci, più che feriti, spronati nell’orgoglio e nella volontà di recupero».

Il gioco dei mercati
Trionfa il buonsenso, anche se i mercati non sembrano gradire più di tanto. Dopo un’apertura positiva le piazze borsistiche europee hanno infatti vissuto un’altra giornata critica, con lo spread tra Btp e Bund tedesco al livello record di 463 punti base e l rendimento del titolo decennale italiano salito al 6,42 per cento. Milano ha chiuso in ribasso del 2,66 per cento; Francoforte del 2,72; Parigi del 2,25; Londra dello 0,33. Male soprattutto le banche. Un atteggiamento irrazionale visto che, comunque la si voglia mettere, il coinvolgimento della Ue e del Fmi sul fronte delle verifiche non può che aumentare la fiducia nel fatto che gli impegni presi dal nostro Paese saranno portati a termine nei tempi previsti. Invece per i mercati non sembra essere così, forse perché in questo modo diventerà molto più difficile speculare su voci e indiscrezioni diffuse ad arte da chi non ha interesse alla stabilità. Il direttore generale del Fmi Christine Lagarde torna sul problema e afferma che per l’Italia si tratta «di una questione di credibilità», che potrebbe aumentare attraverso la verifica che «le autorità italiane e l’Italia in generale facciano quello che si sono impegnate a fare attraverso un’analisi indipendente». I mercati possono stare tranquilli: tutti i risultati saranno pubblicati. Lettura confermata dal presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso, secondo il quale «bisogna essere oggettivi: ci sono dubbi dei mercati. È un fatto oggettivo, ed è proprio per questo motivo che l’Italia attuerà tutte le misure». Uno scenario che il ministro Renato Brunetta definisce «un’opportunità preziosa». L’attività di monitoraggio trimestrale chiesta al Fmi, secondo il ministro, aiuterà il governo nella sua azione di risanamento dei nostri conti pubblici, perché costituirà una spinta «a trasformare in atti concreti gli impegni contenuti nella lettera inviata lo scorso 26 ottobre ai presidenti del Consiglio e della Commissione europea».

Obama in campo
Il presidente degli Stati Uniti non ha dubbi: l’invito rivolto da Berlusconi al Fmi «è un esempio delle necessarie misure» per riacquistare la fiducia. «La crisi in molti casi  – ha sostenuto Obama – è psicologica. Vedi l’Italia che è un grande Paese con una grande base industriale, grande ricchezza, grandi risorse». La «certificazione» dei suoi impegni non potrà che portare a risvolti positivi. Quindi una riflessione sull’Europa:«Credo che ci siano forti impegni  – ha sostenuto – e io sono fiducioso nei leader», anche se nel Vecchio Continente per prendere delle decisioni si deve passare per «molte istituzioni»: i Parlamenti nazionali, la Comunità europea, e così via. Uno stato di cose che costituisce un ostacolo alla rapida attuazione degli accordi sottoscritti, mentre «i mercati si aspettano un segnale forte di sostegno all’euro». La crisi europea rende fragile la ripresa mondiale. E questo sta facendo riflettere gli Usa sulla necessità di chiedere un contributo al settore finanziario. Non siamo ancora alla Tobin tax, chiesta a gran voce dai francesi e per la quale c’è un blocco assoluto, «ma – sottolinea Sarkozy – è un riconoscimento che questa tesi» non è proprio peregrina.

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