Moriremo tutti democristiani? Sì!

16 Nov 2011 20:15 - di

Casini assicura: «Da domani nulla sarà come prima…». O meglio, TUTTO tornerà esattamente come prima. Fianco a fianco con esponenti del nuovo corso quali Ciriaco De Mita, Arnaldo Forlani, Beppe Pisanu, Franco Marini e Rosy Bindi, il leader del Terzo Polo, a cui aderiscono anche Fini e Rutelli, celebra l’inaugurazione di una mostra dedicata ai cinquant’anni della Democrazia Cristiana. Quelli passati o quelli ancora da venire? A giudicare dai toni parrebbe si riferisca ai prossimi cinquanta. E finalmente abbiamo anche la risposta allo storico quesito: moriremo tutti democristiani? Ecco, la risposta è: “sì, certamente”. La politica, come la storia, è prigioniera dei corsi e ricorsi storici. E a ogni giro di boa tornano a galla tutti i relitti del girone precedente. Così rispuntano gli idioti dell’antifascismo e i nostalgici del comunismo, socialdemocratici e reduci della Prima repubblica. E allora perché non nostalgici di Fanfani, Sbardella, Gava e Rumor («quelli sì erano politici…»). Quando c’erano loro il clientelismo era una cosa seria. La leggenda vuole che Remo Gaspari, da sottosegretario alle Poste, in Abruzzo abbia sistemato cinquemila famiglie. Erano i tempi in cui un ministro era in grado di farsi portare un’autostrada nella sua città o farsi fare un aeroporto quasi sotto casa. Un “onorevole” non era un membro dell’odiata casta, era proprio La Casta. Se entrava in un negozio tutti lo ossequiavano e non lo facevano pagare, bastava una sua telefonata per non farti fare il militare o farti avere l’ambìto trasferimento. I concorsi pubblici? Inutili perdite di tempo, bastava andare dall’onorevole. Perché pensate che l’Italia abbia un tale carico insostenibile di dipendenti pubblici? Grazie alla Dc e ai suoi uomini da 150mila preferenze. Come li ripagavi così tanti elettori se non a scapito dello Stato? Quelli sì erano bei tempi. Ma non preoccupativi, finalmente stanno tornando…

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