Il tanto peggio per noi non è tanto meglio

22 Nov 2011 20:50 - di

Dovrebbero quantomeno chiedere scusa. Per decenni la destra ha fatto opposizione (spesso si è anche divertita un mondo a farla), ha contrastato chi era al governo a volte con rabbia e a volte con ironia, sempre però nei confini della correttezza. L’avversario era avversario e lo è ancora, lo si affrontava e lo si affronta a viso aperto, senza sconti, dando a Cesare quel che è di Cesare. Perché è legittimo farlo. Anzi, è giusto farlo, è il sale e l’anima della democrazia. Invece con Berlusconi si è visto tutto un altro film, il centrosinistra – aiutato dalle potenti centrali dell’informazione nostrana – ha condotto una campagna di delegittimazione sul piano personale con l’arma del fango. Ora che il “diavolo” è stato rimandato all’inferno, tutto è normalizzato: ieri Piazza Affari ha chiuso in rosso (-1,54%) dopo la giornataccia di lunedì; lo spread è cresciuto di nuovo, ma nessuno se n’è fregato. Il commissario Rhen ha detto che ci sarà «uno stretto monitoraggio su Roma» e Bersani ha fatto finta di niente. Eppure la situazione resta critica e i plauditores danneggiano Monti creando aspettative gigantesche in un momento critico. Il Pdl ha dato prova di responsabilità, ha rinunciato a Palazzo Chigi perché pensa che sia prioritario il bene dell’Italia. Al contrario del centrosinistra, non beve champagne se la Borsa scende. Per noi il “tanto peggio” non è il “tanto meglio”. E non è una differenza da poco.

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