Il corpo del Duce e i complessi della sinistra

29 Nov 2011 20:50 - di

Sarà per anni di cultura cattolica e bigotta, ma gli italiani con il corpo hanno sempre avuto un rapporto irrisolto. E sarà per anni di egemonia antifascista, ma anche con il regime delle camicie nere l’Italia conserva legami inconsci intensi e oscuri. Portare sugli schermi le atroci peripezie accadute al corpo di Mussolini dopo la sua uccisione per mano partigiana significa allora andare a incidere con il bisturi là dove si annodano i nervi scoperti di un inconscio collettivo che qualcuno vorrebbe rimuovere. Accade al Film Festival di Torino, dove il regista Fabrizio Laurenti presenta il dvd Il corpo del duce: cinquanta minuti di documentario dedicato alle spoglie terrene del capo del fascismo. Vilipese, esibite, trafugate e infine seppellite. Ma, prima, a Mussolini ancora vivo, quel corpo si era fatto veicolo dell’energia della nuova Italia e incarnazione somatica di tutto un popolo. È nel raffronto tra l’ostentata vitalità del Duce e lo scempio fatto del suo cadavere che si snodano le riflessioni di Laurenti. Stupisce che alcune delle immagini presentate vengano mostrate per la prima volta, dopo essere state nascoste per decenni in un faldone riservato del Viminale. Chissà, forse anche per non turbare i sonni di chi credeva alla versione consolatoria di un antifascismo tutto rose e fiori che no, su un cadavere inerme non poteva aver infierito in quel modo. Rimozione del corpo, rimozione della colpa. Il senso dell’operazione, per Repubblica, è questo: «Il regista sembra suggerire l’attualità di certi meccanismi psicologici che forgiano il consenso popolare nei confronti della figura del leader. Un legame corporeo tra gli italiani e il loro capo, che sopravvive a contesti radicalmente diversi». Insomma, Mussolini come Berlusconi. Di complessi e paranoie, a quanto pare, l’inconscio degli italiani (e della sinistra) è davvero debordante.

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