E ora l’opposizione è sotto di tre gol

27 Ott 2011 20:48 - di

Tre gol in rapida successione: dal Cav, dall’Europa, da Emma. Un secondo tempo da incubo per le opposizioni. Passi il Cav, ma dall’Europa e dalla Marcegaglia si sarebbero aspettati altro e non un cambio di casacca, di quelli da romanista a laziale, da milanista a interista. Nel libro nero finisce la “regina” degli industriali: dopo le sue esternazioni contro il governo, era considerata un’eroina, chissenefrega se era una “padrona”, aveva persino fatto le foto di rito con Susanna Camusso. «Una di loro», dunque. Ora però è proprio lei a rompere le uova nel paniere dell’opposizione. «Berlusconi ha scritto una lettera che considero molto positiva», ha detto nella tarda serata di ieri, dopo che i vertici dell’opposizione si erano cimentati per tutta la giornata nella gara a chi la sparava più grossa contro il governo. E ha aggiunto: «Il Cav ha preso impegni chiari, prevedendo riforme importanti e scadenze precise. Si tratta di una chiara road map e sono sicura che questi impegni saranno portati avanti». Uno choc per tutti, specie per Di Pietro che, in nome della lotta dura e pura contro il Cav, aveva accettato di piegarsi persino all’ipotesi di un governo tecnico. E sì, perché di fronte all’accelerazione economica di Palazzo Chigi (che comprende anche misure importanti per lo sviluppo) il centrosinistra sprecava il suo tempo studiando le tattiche per la spallata.
Il tutto mentre Berlusconi, ai microfoni del Tg1, lanciava l’appello al dialogo: «L’Europa ha apprezzato il nostro programma» e quindi «tutti dovrebbero sostenerlo perché è nell’interesse dell’Italia». E ancora: «Abbiamo ereditato dal passato un grande debito pubblico, ma sommando il debito pubblico al risparmio privato, risultiamo secondi solo alla Germania come solidità economica». La “promozione” di Bruxelles ha cambiato di nuovo gli equilibri, il centrosinistra si è beccato tre pallonate in contropiede e rischia di perdere uno dei suoi “gioielli”: la Marcegaglia. E, usando un linguaggio calcistico, non può contare neppure sul mercato di riparazione.

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