«Sindaci in piazza per aiutare il governo a non sbagliare»

14 Set 2011 20:27 - di

Alemanno sindaco in piazza contro Alemanno esponente del Pdl? Per molti commentatori, la presenza del primo cittadino di Roma alla manifestazione indetta oggi dagli enti locali contro la manovra si riassume in questa scissione esistenziale. Che però è del tutto falsa, spiega l’interessato. «Nella mia posizione – spiega – c’è autenticità e buonafede, io cerco non lo scontro ma il dialogo con il governo per trovare una soluzione».

Sindaco, oggi in piazza contro il governo?

No, la nostra protesta non è contro nessuno ma propositiva e costruttiva. L’Anci e le Regioni non sono partiti politici, ma organizzazioni di rappresentanza di istanze istituzionali. Il loro ruolo – e la nostra intenzione – è di fare un accordo con il governo, non di sfasciare la manovra. Dico di più, è importante che il governo si mostri più reattivo nei confronti delle nostre ragionevoli sollecitazioni proprio per stanare, invece, quelli che vogliono rendere questo confronto strumentale in chiave  anti-governativa.

C’è questo atteggiamento di ascolto che sollecitate?

Da parte di alcuni certamente sì. Maroni e Letta sono sicuramente quelli che hanno dimostrato più interesse. Anche perché il ministero degli Interni è l’istituzione preposta a confrontarsi con gli enti locali.

Ma queste sollecitazioni a ripensare, ad esempio, i tagli agli enti locali non arrivano fuori tempo massimo?

No. Era indispensabile per il Paese che la manovra fosse approvata per evitare ulteriori speculazioni finanziarie. Aver fatto questa elementare considerazione, peraltro in linea con quanto sollecitato dal Capo dello Stato, mi è valso da parte de il Riformista l’appellativo di “Gianni Bifronte”. Questo dimostra l’autenticità e la buonafede della mia posizione, che cerca non lo scontro ma il dialogo con il governo per trovare una soluzione.

Ma la manovra ieri è passata senza modifiche…

Ma con l’approvazione di un ordine del giorno molto chiaro e forte presentato dai partiti della maggioranza, e in particolare dall’onorevole Saltamartini, che chiede l’istituzione di una commissione paritetica che riveda daccapo tutti i temi economici e istituzionali che riguardano il rapporto tra enti locali, Regioni e il governo. Gli effetti più negativi della manovra entreranno in vigore dal primo gennaio prossimo, quindi abbiamo tutto il tempo di rettificare gli interventi sugli enti locali affinché la politica dei tagli non provochi effetti dannosi per gli interessi dei cittadini sul territorio.

La stampa ha preferito rappresentare la sua come una posizione di contrasto…

Credo di aver invece fatto un favore al centrodestra, dando la giusta rappresentazione del problema e offrendo una soluzione nell’ambito delle normali relazioni istituzionali. Ritengo che sia necessario mettere sull’avviso l’esecutivo rispetto agli effetti gravi e indesiderati che si produrranno nei rapporti con i cittadini.

Cioè?

Se il governo fa tagli diretti sul welfare ha la diretta percezione degli effetti che ne derivano, ma se opera tagli a Comuni e Regioni spesso non si rende conto dell’impatto sociale devastante di questa riduzione di spesa. Se ci dimezzano i fondi per il trasporto pubblico locale, il risultato è quello di mandare in default aziende come l’Atac,  oppure di applicare tariffe che non sono socialmente accettabili. Se ci bloccano gli investimenti per evitare di sforare il patto di stabilità, l’effetto è quello di bloccare risorse già disponibili per gli investimenti sul territorio (43 miliardi di euro su tutti i comuni, di cui 10 già disponibili) e quindi di dare un altro colpo alla già debolissima crescita del Paese.  Questo significa anche bloccare i pagamenti per avanzamento lavori alle imprese, congelare i cantieri già aperti e così via…

E quindi che proponeva di fare nella manovra?

Credo che dopo l’aumento dell’Iva, sia imprescindibile una tassazione sui grandi patrimoni e un aumento dell’età pensionabile. Già nel 2001 io proponevo l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie che soltanto quest’anno è stato introdotto, perché chi lavora e fa impresa non può essere tassato più di chi ha rendite o patrimoni improduttivi. Questo è non solo iniquo, ma al contrario una logica di sviluppo economico..

E le pensioni?

Chiaramente l’età pensionabile va rivista. I limiti attuali sono anacronistici e non rispecchiano la realtà sociale dei nostri tempi. Espellere una donna di sessant’anni dal mondo del lavoro non è una tutela, è una vessazione.

Ma in qualche modo sarà necessario ridurre anche i costi degli enti locali…

Ma questo si può fare in altro modo, senza creare dissesti. Alleggerire la struttura si può: sfoltendo e riducendo la stratificazione di strutture che si è generata dalla nascita delle regioni in poi, ma anche riducendo la quantità di enti previdenziali e presenze statali sul territorio. In altri termini via le province, che devono diventare solo enti di secondo grado rappresentative dei comuni, e  meno uffici territoriali degli enti statali. Altro che uffici di rappresentanza di Ministeri al Nord….

C’è anche il nodo delle municipalizzate…

… Che vanno sicuramente liberalizzate, ma se si fa come previsto nella manovra saremmo costretti a una svendita. Questa manovra deve essere l’occasione per infrangere le resistenze lobbistiche che hanno impedito nei decenni il cambiamento, anteponendo la difesa di rendite di posizione all’interesse collettivo. Bisogna scuotere la Lega, che è stata all’inizio il motore del federalismo e oggi sembra invece farsi portavoce del ritorno al centralismo. Non possiamo perdere questa occasione anche per restituire un ruolo al Pdl, che deve essere quello di stimolare un rilancio dell’azione di governo, aprendo un confronto sull’agenda delle riforme con tutti coloro che ci stanno, nella maggioranza di governo e nell’opposizione.

Lei si fa promotore di questa proposta con Alfano?

La fondazione e i circoli della Nuova Italia si riuniranno dal 23 al 25 a Roma per elaborare, assieme agli interlocutori politici e istituzionali, una serie di proposte rivolte al Pdl e al Governo. Il primo incontro pubblico sarà tra me, Gasparri e Angelino Alfano, proprio sul Pdl come partito di partecipazione. Ma ci confronteremo anche con Casini e Vendola per dimostrare la diversità dei valori che c’è tra i vari schieramenti politici. È solo così che si supera l’antipolitica: bisogna restituire alla Politica la sua vera capacità di rappresentare valori e idee alternative senza per questo sottrarsi al confronto e alla ricerca costruttiva del Bene comune.

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