Rampelli: «Aggiungiamo un’Authority per i partiti»

7 Set 2011 20:54 - di

«Le primarie non sono una novità per la destra. In Alleanza nazionale le sperimentammo per il candidato alla Provincia di Roma, Silvano Moffa. Era il 1998, arrivammo prima di Prodi e di Veltroni». In tema di primarie Fabio Rampelli ricorda che la destra potrebbe rivendicare la primogenitura a livello nazionale, il dibattito riacceso in questi giorni nel Pdl trova nel parlamentare del Pdl un sostenitore della prima ora di questo meccanismo di rappresentanza.

Onorevole Rampelli, ne è passata di acqua sotto i ponti da quell’esperimento romano di tredici anni fa, quando Moffa vinse le primarie di An e poi divenne presidente della Provincia di Roma. Sono diventate un meccanismo abituale nel centrosinistra e ora viene visto come la soluzione dei problemi del centrodestra.

All’epoca ero coordinatore regionale del Lazio e quelle primarie avevano un puro valore simbolico. Erano, diciamolo chiaramente, all’amatriciana. Né più né meno come lo sono state quelle che sono inventate dopo per scegliere Prodi, Veltroni e gli altri candidati Pd. Ora è il momento di farle diventare una cosa seria.

Ci sono una serie di proposte di legge firmate nel Pdl, da Quagliariello e Cicchitto, come pure quella annunciata da Andrea Augello…

Ci aggiunga anche quella che sto mettendo appunto e che presenterò alla Camera con il collega Marsilio.

La novità rispetto alle altre iniziative legislative?

Il testo sarà articolato in due parti. Le primarie per legge saranno il secondo punto. Il primo capo prevede una nuova natura giuridica dei partiti. Vogliamo legare il meccanismo dei rimborsi elettorali al rispetto dello statuto del partito.

Per ottenere quale risultato?

Quella democrazia interna che al momento non è sufficientemente garantita in nessun partito della seconda Repubblica.

Addirittura?

Mi dice quanti congressi vengono tenuti dai partiti? Se invece c’è un organismo di controllo super partes al quale tutti i partiti devono rendere conto, pena la sospensione dei finanziamenti pubblici, chi vuole farsi un partito a conduzione monocratica se lo fa con i soldi suoi e non con i finanziamenti pubblici.

Lega questo meccanismo alle primarie?

Secondo me le due cose vanno di pari passo. Se poi arriviamo a dimezzare i numeri dei parlamentari, con le primarie per legge dobbiamo reintrodurre anche le preferenze. Non possiamo correre il rischio di avere un Parlamento con cinquecento parlamentari nominati dai partiti.

Primarie per legge anche per il premier? Tra molti ex di Forza Italia c’è grande perplessità su questa ipotesi. Se si candida Silvio Berlusconi nel 2013 sostengono che non ce ne sia bisogno.

Non vedo dove sarebbe la lesa maestà nei confronti di Berlusconi. Vorrà dire che nel Pdl si candida solo lui, qual è il problema?

Il senatore Quagliariello sostiene che è un’ipocrisia obbligare il Cavaliere a fare le primarie. E poi il Pd ha introdotto le primarie perché non aveva una leadership, visto che il Pdl ce l’ha, è tempo perso.

Non capisco questo anatema. Forse gli amici che vengono da Forza Italia non sono abituati a un confronto interno, ma il Pdl è un partito che rappresenta una sintesi, che raduna tante anime. Ecco perché le primarie per il premier non solo non limiterebbero Berlusconi, ma finirebbero per rafforzarlo ulteriormente.

Una legge per introdurre le primarie può essere approvata in questa legislatura?

A mio avviso sì. Il tempo c’è.

Con la sponda dell’opposizione?

Non vorrei finisse come per la finanziaria. La maggioranza ha cercato di accogliere spunti e aperture ma questa disponibilità è stata recepita come debolezza. Penso quindi che si debba ascoltare tutti, ma terminata la fase della consultazione si debba andare avanti. Il Pdl deve avere le idee chiare e portare avanti la sua iniziativa. Ecco perché confido che il segretario del partito, Angelino Alfano, metta in atto un meccanismo di consultazione interno al Popolo della libertà aprendo il dibattito alle periferie. A novembre e dicembre ci sono i congressi provinciali, quale migliore occasione per confrontarsi e dare spessore a questi appuntamenti?

Chi ha paura delle primarie nel Pdl?

Temo che siano gli stessi identici personaggi che hanno paura delle preferenze. 

Ritiene che le primarie possano essere un meccanismo idoneo a contrastare l’onda montante dell’antipolitica?

Temo non sia sufficiente. Questa delegittimazione della politica è manovrata da poteri forti, da lobby e da chi ha interessi economico-finanziari da segmenti di società che non fanno differenza tra un Parlamento di nominati o di eletti attraverso le preferenze.

Quindi le primarie non sarebbero sufficienti a contrastare il sentimento dell’anticasta….

È vero, ma sarebbe un primo passo per ridare fiducia ai cittadini, restituendo agli elettori l’idea che in Parlamento c’è gente che non si può condizionare perché è stata scelta direttamente dagli elettori. Gente che nella politica ci crede davvero.

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