Lodo, De Benedetti va all’incasso

11 Lug 2011 19:36 - di

Gli sciacalli che volano su Piazza Affari si sono divisi equamente le prede. Un colpo al duo Fininvest-Mediaset, un altro alla Cir, acquisti e vendite a manetta, per spedire i titoli sulle montagne russe fino ad affossarli, in attesa di poterli riacquistare a prezzi stracciati. Le conseguenze della sentenza che condanna il gruppo che fa capo a Berlusconi al pagamento di 560 milioni al gruppo di De Benedetti si sono fatte subito sentire, alla riapertura dei mercati, costringendo Piazza Affari a sospendere i titoli Fininvest e Cir per eccesso di ribasso, dopo che in mattinata le azioni del gruppo che ha ottenuto il risarcimento erano schizzate verso l’alto ed erano state sospese per i motivi opposti. Con l’indice Mib che ha ceduto il 3,96%, il titolo Cir alla fine ha perso il 7,21% a 1,66 euro tra scambi molto forti, pari a sette volte più della media dell’ultimo mese. Mediaset ha segnato un ribasso finale del 3,82% a 2,91 euro in un volume di contrattazioni invece piuttosto normale. In calo (-1,58%) anche Cofide, controllante di Cir, il gruppo editoriale L’Espresso (-3,37%) e la società dei componenti automobilistici Sogefi (-1,60%). Mondadori da parte sua ha ceduto il 4,51% mentre Telecom Italia Media, che alcuni analisti hanno indicato come un possibile obiettivo per Carlo De Benedetti con la liquidità incassabile dalla sentenza Lodo Mondadori, ha perso il 7,91%. Intanto, il gruppo di Carlo De Benedetti, al quale ieri il Secolo d’Italia ha chiesto un’intervista, invito cortesemente declinato dall’interessato, è già in azione per ottenere la somma che la corte d’Appello gli ha riconosciuto. Sul fronte opposto, Silvio Berlusconi sembra intenzionato a riproporre sotto altra veste quella norma, prima inserita in manovra e poi cancellata, che ha la scopo di sospendere il risarcimento del danno alla Cir fino alla sentenza definitiva della Cassazione.

Cir passa all’incasso
Ieri mattina i legali della Cir hanno chiesto formalmente, alla cancelleria centrale del tribunale, la copia autentica della sentenza con la quale sabato scorso i giudici milanesi hanno condannato Fininvest a risarcire al gruppo di De Benedetti 560 milioni di euro. Stando a quanto si apprende la copia autentica del verdetto sarà consegnata ai legali non prima di qualche giorno. Con quel documento alla mano la Cir potrà richiedere quanto le è dovuto a Intesa Sanpaolo, la banca capofila di un pool di istituti di credito che nel dicembre 2009 hanno concesso una fideiussione a Fininvest per oltre 800 milioni.

Il silenzio del Cav
Il premier tace, per il momento. Ieri è rientrato a Milano, per studiare insieme ai figli (in particolare la primogenita Marina), ai legali e ai vertici Fininvest il da farsi, prima di tornare a Roma questa mattina. A Porto Rotondo domenica Berlusconi è rimasto per tutto il giorno con Nicolò Ghedini, studiando la sentenza e valutando il da farsi (resistere tout court, sacrificare utili, vendere rami d’azienda). Sembra scontato che le vie da percorrere siano la richiesta di sospensiva e ricorso in Cassazione, considerato che una fideiussione rende immediatamente esigibile il credito. «Ma qualcosa dobbiamo inventarci, magari ora che la Finanziaria arriva in Senato», fa sapere uno dei politici più in contatto con il premier. I gruppi Pdl del Senato annunciano che, già la prossima settimana, riproporranno la norma “salva Fininvest” in un disegno di legge, e se questo fosse approvato almeno da un ramo del Parlamento i giudici non potrebbero non tenerne conto. Ma è chiaro che questa è una via troppo lunga ed aleatoria. Serve altro per fermare il risarcimento, anche se è difficile immaginare cosa dopo gli stop del Quirinale. Raccontano anche che, tra le amarezze del premier di queste ore, ci sia quella di non essersi sentito “difeso” da alcuni molti dei suoi. E ad inquietare il premier c’è anche il gelo della Lega. Anche ieri il senatùr s’è mostrato freddino all’ipotesi di rientrodurre la norma sul Lodo. «Mi sembra che non sia un emendamento che hanno proposto i sindaci, quindi…», ha detto Bossi, facendo riferimento al fronte comune che il Carroccio fa con i primi cittadini.

Ma il Pdl ci riproverà
La contestata norma sul Lodo Mondadori, ritirata dal governo dal testo sulla manovra economica, verrà riscritta e ripresentata al Senato, assicura in una intervista a Il Messaggero, il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che si dice certa del sostegno della Lega. E sarebbe quest’ultima, se la notizia fosse vera, la novità politica.

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