La base scalpita: «Con lui possiamo vincere»

8 Lug 2011 20:25 - di

C’è chi chiede le primarie e chi, invece, è rimasto colpito proprio dalla nomina per acclamazione del neosegretario Alfano. C’è chi pensa al passato e chi guarda al futuro, chi sente la necessità di valori forti e chi vuole un ringiovanimento della politica. È un vento di novità e cambiamento quello che soffia su Mirabello nella seconda giornata della Festa della libertà. Nei volti e nelle parole dei militanti confluiscono tante esperienze, anche se per tutti la speranza ha il nome di Angelino Alfano. Il nuovo segretario politico nazionale, che ieri ha fatto la sua prima uscita pubblica davanti al popolo del Pdl, sembra aver entusiasmato già da subito i militanti. E qualcuno già si sbilancia: «È il nuovo Silvio». E proprio prima che il Guardasigilli tenesse il suo discorso abbiamo ascoltato alcune delle voci dei tanti militanti presenti ieri e provenienti da tutta Italia, giunti a Mirabello per accogliere il futuro candidato premier. Gente come Franco Grandi, che molta strada non ha fatto perché anche lui è del ferrarese, proveniente dall’esperienza di An (ha tenuto a ribadirlo due volte: «Sono un ex An»…), e che vede in Alfano la persona più adatta a ricoprire l’eventuale ruolo di premier: «Largo ai giovani, largo ai volti nuovi e freschi. Nel partito occorrono idee nuove e una personalità forte così come è accaduto per Berlusconi, e non dobbiamo cadere negli stessi errori della sinistra, dove ormai militano mille “galli”. A noi ne basta uno solo». Ha fatto più strada invece Lucia Faienza, casalinga di Torre Maggiore, in provincia di Foggia. Che apprezza il nuovo corso, anche se preferirebbe che per designare il futuro candidato premier si facessero le primarie: «A me piace molto Alfano», tiene a sottolineare, «ma dovrebbe essere il popolo di centrodestra a scegliere un proprio rappresentante. Che sia il popolo ad esprimersi». Ma come già detto sono tanti gli ex militanti di Alleanza nazionale, accorsi in massa a Mirabello con qualche sassolino nelle scarpe a causa dell’evoluzione politica di Gianfranco Fini. Adriano Buscioni Toppi, di Cologno, in provincia di Lodi, ed ex esponente del Fronte della gioventù, dice: «Mi spiace per Fini. Ho sempre pensato e ho sempre detto a mia moglie che fosse lui il futuro della destra italiana, ma non condivido nella maniera più assoluta gli atteggiamenti che ha assunto negli ultimi tempi. Per questo non riceverà più un voto dal sottoscritto. In ogni caso Alfano mi sembra un’ottima alternativa. È un uomo intelligente, mozlto carismatico, e in lui vedo il nuovo Berlusconi, ed è per questo motivo che non vedo come indispensabili le primarie come passo verso le elezioni del 2013. E ne è a dimostrazione il fatto che sia stato eletto come segretario di partito per acclamazione». Ma precisa: «Bisogna ribadire i nostri ideali di destra, perché secondo me i tempi lo richiedono». Mentre Buscioni Toppi ribadisce la necessità di principi forti in un’epoca che sembra esserne sprovvista, ecco arrivare un gruppo di persone, forse una ventina. Portano grandi bandiere e cartelli raffiguranti il simbolo del Popolo della Libertà. Non solo volti vissuti, ma anche moltissimi giovani: «Siamo la delegazione di Piacenza e provincia», affermano Alex Dovani e Ivana Grazioli, marito e moglie, «siamo qui oggi per rappresentare i giovani e dare tutto il nostro sostegno ad Alfano, uomo in cui ci riconosciamo, e non solo per la sua giovane età. Speriamo che tutta la nostra fiducia sia meritata. Ma noi pensiamo di sì. Se è stato scelto dalla “base” e con questo grandissimo consenso vuol dire che è lui l’uomo giusto». Già, i giovani. Sono tanti qui a Mirabello. Giovane, almeno secondo i canoni tradizionali della politica italiana, è sicuramente Marco Frola, sindaco di Montanaro a solo 38 anni: «Mi auguro che Mirabello sia un punto di partenza per ricreare il popolo di centrodestra, smarritosi negli ultimi tempi, e per ritrovare la nostra identità. Trovo giustissimo che sia un giovane a prendere le redini del Pdl. In ogni caso ciò che più conta è che si arrivi preparati al meglio alle elezioni del 2013». Come finiranno, queste politiche tanto evocate, nessuno lo sa. Ma una cosa è certa: la base, da qualche giorno a questa parte, ha ricominciato a parlare con la voce che trasuda speranza e voglia di fare.

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