Intercettazioni, in Gran Bretagna fanno sul serio

8 Lug 2011 20:27 - di

Era un arresto annunciato quello di Andy Coulson. I giornali britannici avevano anticipato che sarebbe avvenuto ieri, e così è stato. L’ex portavoce del premier David Cameron è stato portato in un commissariato di Londra, interrogato sullo scandalo che sta costando la chiusura del News of the world e poi è stato trattenuto con le accuse di intercettazioni illegali e pagamenti illegali alla polizia. Negli stessi momenti Cameron teneva una conferenza stampa a Downing street. Lo scandalo lambisce anche lui che, come ha detto ieri, a Coulson aveva voluto dare «una seconda chance», chiamandolo nel suo staff quando già era in odore di guai gravi.

«Uno scandalo disgustoso»

Cameron ha una personale esigenza di chiarezza rispetto a questa vicenda. Il capo dell’opposizione, Ed Miliband, ne ha chiesto le scuse formali per aver portato l’ex direttore del domenicale del Sun, e quindi lo scandalo, «nel cuore del governo». Ma non è solo con questo che deve misurarsi il premier: il paese, ha detto lui stesso in conferenza stampa, è «sotto choc». «Questo scandalo è disgustoso», ha commentato, annunciando che «andremo fino in fondo». Ci sarà una commissione d’inchiesta indipendente, guidata da un giudice, per fare luce sull’accaduto. «Rovisteremo ovunque», ha detto il premier, chiarendo che vuole una stampa libera e rigorosa, ma della quale ci si possa fidare. Per questo si pensa a un nuovo sistema di controllo sui media e già questa estate una seconda commissione, «costituita da figure autorevoli», lavorerà sull’etica dei giornali. La Press complaints commission «ha fallito», ha detto Cameron, che pensa a una authority indipendente da stampa e governo e che vuole anche capire quale sia stato il ruolo della polizia e perché sia fallita la prima inchiesta sullo scandalo.

Migliaia di email scomparse

Il premier si è assunto anche la «piena responsabilità» di aver voluto con sé Coulson. Quella chance che ha cercato di dargli «non ha funzionato», ha ammesso, senza per questo rinnegare che il suo ex portavoce «è diventato ed è un amico». Cameron ha spiegato di aver mantenuto i contatti con il giornalista da quando, a gennaio, ha smesso di lavorare per lui e l’unica concessione fatta a una presa di distanza è stata dire che «negli ultimi tempi» non si sono più sentiti. Non una parola, invece, sull’arresto, benché abbia spiegato di essere ancora convinto che «lui non sapeva delle intercettazioni». Qualche chiarimento in più sul ruolo dell’ex portavoce potrebbe però arrivare dalle nuove indagini di Scotland Yard che, a quanto ha riferito il Guardian, sta investigando su un archivio di migliaia di email tra vertici e staff del News of the world. Un numero enorme di queste lettere, però, sarebbe stato cancellato e questo, viene fatto notare, sarebbe in contraddizione con la massima collaborazione assicurata da News international, la società che gestisce le numerose testate del gruppo News corp.

I direttori e le intercettazioni

Coulson è stato direttore del News of the week dal 2003 al 2007. Prima di lui alla guida della testata c’era stata Rebekah Brooks, potentissimo braccio destro di Rupert «lo squalo» Murdoch. Partita segretaria e arrivata a capo della News international, era direttore quando avvenne uno dei casi che maggiormente hanno colpito l’opinione pubblica britannica – e non solo – nell’ambito di questa storia. Sono state più o meno 4mila persone intercettate illegalmente alla ricerca dello scoop. Il giornale aveva assoldato degli investigatori privati perché si intrufolassero nella vita di chiunque, in un modo o nell’altro, potesse fare notizia. C’erano star del cinema, come Sienna Miller, personaggi di un certo potere, come l’ex avvocato di Berlusconi David Mills, e perfino i membri della famiglia reale. C’erano, però, anche i genitori delle vittime degli attentati terroristici a Londra, dei soldati uccisi in Iraq, di alcune ragazzine rapite e ammazzate. Glen Mulcaire, investigatore della testata ai tempi della Brooks, entrò nella segreteria del cellulare di una di queste ragazzine, Milly Dowler, e cancellò dei messaggi per fare spazio ai nuovi che avrebbero potuto portargli notizie. La polizia si convinse che la tredicenne era ancora viva. Non lo era, e fu in qualche modo depistata.

La regina della «gutter press»
«Io avrei accettato l’offerta di dimissioni di Rebekah Brooks», ha detto Cameron, commentando il fatto che la donna, per ora, resta dov’è. È una decisione che fa discutere anche perché, mentre salvano il posto dell’ex direttrice, i Murdoch chiudono una testata che esisteva da 168 anni e che era, di fatto, il primo giornale al mondo di gossip. O, se si preferisce, il più sfacciato esempio di cosa sia la «gutter press», espressione che corrisponde più o meno al nostro giornalismo spazzatura, ma che riassume un’idea più forte di approssimazione, sensazionalismo e sciatteria anche formale. Ieri la Brooks, che l’altro giorno ha dovuto dare ai giornalisti la notizia che domenica sarà l’ultimo del News of the world, è tornata in redazione assicurando aiuto ai redattori e spiegando che resterà perché «fungo da parafulmine».

Nessuno è troppo in alto
Pare sia stato il figlio di Rupert Murdoch, James, capo delle operazioni della News Corp in Europa e Asia, a convincere il padre a chiudere la testata, come estremo tentativo di salvare affare più grossi. Il primo: l’acquisizione della piattaforma pay-tv BskyB nella scuderia di famiglia. Il secondo: il giro di pubblicità. Allo stato attuale, però, entrambi gli obiettivi sembrano falliti e, anzi, si registra un effetto domino, il cui picco è stato il crollo delle azioni in borsa e il fatto che gli inserzionisti, che già si erano ritirati dal News of the world, iniziano a ritirarsi anche dalle altre testate del gruppo. A fare da apripista è stata la Renault, che ieri ha annunciato il boicottaggio di tutti i giornali britannici dello Squalo e che lo scorso anno sul solo domenicale aveva investito 350mila sterline. Inoltre anche l’acquisizione è slittata. «Prenderà tempo», ha detto Camoron, perché la Gran Bretagna deve seguire «le procedure previste dalla legge». Ma Cameron ieri ha detto anche di più: «La polizia dovrebbe interrogare chiunque, non importa quanto in alto sia». Si riferiva a James Murdoch.

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