«Se mi tiro indietro, Tremonti candidato

4 Mag 2011 20:24 - di

«Se mi tiro indietro Giulio Tremonti sarà il candidato premier». Il testimone di Silvio Berlusconi passa da Angelino Alfano (subito smentito) a quello del ministro dell’Economia. Il presidente del Consiglio, intervistato da Bruno Vespa a Porta a Porta, designa il suo probabile successore, si dice sicuro della vittoria alle prossime consultazioni per le comunali. E definisce la procura di Milano «eversiva». La domanda pressante è sulla bocca di tutti: Berlusconi si ricandiderà quale capo del governo anche alle prossime elezioni politiche, previste tra due anni? «Lo vedremo alla fine di questa legislatura – risponde il Cavaliere nel corso dell’intervista – se sarà necessario per il centrodestra mettermi ancora quale candidato alla guida del governo, io non mi tirerò indietro. Ma se, invece, verranno fuori altre personalità, e ne abbiamo diverse, “in primis" Tremonti, che possono suscitare consenso elettorale, secondo i sondaggi di cui disporremo, io sarei felice di restare ancora in politica ma a occuparmi del Pdl lasciando ad altri la conduzione del governo». Il presidente del Consiglio osserva a tal proposito che «il ruolo del capo del governo è molto gravoso» e fa una confessione: «Avendo parlato con Aznar con Gonzalez e con Blair e avendo fatto a loro identica domanda quale fosse stato il giorno più bello da ricordare di tutta la loro attività di governo, tutti e tre non hanno esitato a rispondere che il giorno più bello è stato quello dell’addio al governo… Perché – spiega – finalmente ci si liberava di una responsabilità che è veramente molto pesante». Nel corso dell’intervista il Cavaliere dà poi indirettamente ragione al capo del dicastero economico: «Ci sono situazioni del bilancio che richiedono assoluto rigore e Tremonti non può inventare disponibilità che nel bilancio non ci sono. La crisi c’è ancora, non è possibile in questo momento pensare a una riduzione della pressione fiscale». Rispondendo a una domanda sul decreto sullo sviluppo, conferma che il provvedimento sarà approvato oggi in Consiglio dei ministri.
Il decreto, sottolinea Berlusconi, non conterrà misure di riduzione delle tasse: «In questo momento di crisi globale non è possibile per nessun paese europeo farlo». E poi sostiene però che «è un grande merito del governo quello di essere riuscito a garantire la pace sociale assistendo tutti i cittadini che hanno perso il lavoro». Mentre il premier parla a Porta a Porta, le agenzie battono subito la notizia di Tremonti a suo possibile successore. L’eventuale candidatura del ministro dell’Economia a capo del governo apre nella maggioranza subito il confronto. Per Roberto Maroni, «Tremonti è un ottimo ministro e sarebbe un ottimo premier». Mentre il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, si limita a dire: «Eh, se lo dice Berlusconi…». Anche Angelino Alfano commenta la notizia: «Se l’ha detto Berlusconi è una cosa condivisibile».
Nel salotto di Bruno Vespa l’intervista al premier continua. L’allargamento della maggioranza è possibile? «Credo di sì, ci sono molti parlamentari assolutamente scontenti della politica dei gruppi ai quali appartengono». Quanto alle prossime amministrative sono considerate dal premier «un test politico» e si dice convinto di poterle vincere «anche se c’è un clima da guerra civile e non certo per colpa nostra. Le sinistre annoverano tra i loro sostenitori i centri sociali in cui si annidano molti facinorosi».
Berlusconi non parla solo di politica. Nel corso dell’intervista ripete le sue accuse alla procura di Milano: «È in corso e continua questa campagna eversiva da parte di una procura di cui i cittadini italiani dovrebbero tenere assolutamente conto. Le accuse nei processi contro di me sono infondate, ridicole e assurde e gli italiani dovrebbero fare una riflessione sul fatto che già per ventiquattro volte i pm di Milano mi hanno portato simili accuse e per ventiquattro volte i loro colleghi magistrati hanno giudicato che le accuse erano infondate». Bastava che una di queste accuse colpisse nel segno, dice ancora «e Silvio Berlusconi sarebbe stato fatto fuori dalla vita politica con una chiara eversione rispetto alla volontà degli elettori». Si sofferma anche a parlare della riforma della giustizia che «non sarà facile perché le opposizioni faranno ostruzionismo e di tutto di più. Io spero che sarà tuttavia portata a termine entro la fine della legislatura».
Il premier ribadisce che le priorità nell’agenda di governo restano la riforma della giustizia, la riforma dell’architettura istituzionale e la riforma del sistema tributario. Ma Berlusconi ha anche un sogno nel cassetto. Nel futuro di Milano potrebbe anche esserci uno stadio di calcio intitolato a lui. Se il Milan, come quasi sicuro, conquisterà il titolo di campione d’Italia «si tratterà del ventisettesimo trofeo conquistato durante la mia gestione».

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