Grillo, Celentano e gli show scongelati: se questa è politica

29 Apr 2011 20:16 - di

Come Austin Powers, ma senza far ridere. Adriano Celentano e Beppe Grillo ormai sembrano le controfigure della «spia che ci provava», scongelata dopo vent’anni di ibernazione.
Li tirano fuori dal freezer, recitano il copione (o scrivono la letterina di turno) giusto il tempo di sciogliersi un po’, riassaporare il calore di qualche incoraggiamento, di qualche applauso virtuale, di qualche «hai ragione» della “ggente”. Finquando una mano amica (per l’Adriano nazionale si presume Claudia Mori) li accompagna dietro il palco e li fa accomodare nuovamente nella cella frigorifera. In attesa del successivo scongelamento.
Leggi la lettera del Molleggiato sul Fatto quotidiano e ritrovi gli stessi concetti, riformulati nella contorta forma celentanesca, già propinati agli italiani nel 1987. All’epoca era la vigilia del referendum sulla caccia e sul nucleare. Oggi quelli sull’acqua, il legittimo impedimento e (ancora una volta) sul nucleare. La platea stavolta è ridotta: 24 anni fa il ragazzo della via Gluck aveva a disposizione la prima serata del sabato sera di Fantastico e una decina di miloni di spettatori, adesso è relegato a una letterina al Fatto quotidiano. Neanche una pagina sul Corriere della Sera che pazientemente ospitava le sue esternazioni: esilarante quella contro la Milano dei grattacieli della Moratti, all’insegna del «Laddove c’era l’erba ora c’è una città». Solleticando l’antiberlusconismo del quotidiano di Padellaro e Travaglio, la lettera si appella ai cittadini perché partecipino al referendum in modo da «cacciare» Berlusconi. Urbi et orbi: «Studenti, comunisti, fascisti, leghisti e operai», è l’invito alla mobilitazione. «Non si tratta più di destra o sinistra per capire che un uomo come Berlusconi non solo non può governare l’Italia, ma nessun paese». E poi una serie di farneticazioni da Savonarola ubriaco. Si parte dalla «demoniaca voglia del governo di avvelenare gli italiani» passando per «i discorsi cretini» del ministro Paolo Romani sul nucleare. I nuclearisti? Per Celentano sono tutti «dementi». Il suo solo punto di riferimento politico? Per evidenti affinità «Antonio Di Pietro, l’unico vero combattente per la salute delle prossime generazioni». E poi ancora «la pubblica ottusità dei vari Romani, Sacconi, Quagliarielli (sic) Gasparri e Prestigiacomo». Gli improperi continuano in un delirio che, se fosse stato firmato da un comune cittadino, non avrebbe trovato spazio neppure nella posta dei lettori. Ma il “re degli ignoranti” fa sempre notizia, anche quando prova a scrivere.
Quasi contemporaneamente Beppe Grillo giovedì sera ad Annozero ha rispolverato uno dei suoi cavalli di battaglia. L’unica differenza è che prima li recitava a Sanremo, adesso nei talk show di approfondimento. Al posto di De Mita e Craxi ha messo i nuovi protagonisti della vita politica, ma i temi, le battute (decisamente più fiacche), le banalizzazioni, sono rimaste quelle. Ospite, ma non in studio, della trasmissione di Santoro, anche il comico genovese si è scatenato in invettive e insulti. Massacrando ovviamente chi vuole il nucleare. Il resto del copione è ingiallito: «Dobbiamo fare solo un referendum, come nel 1946 con Repubblica o Monarchia, oggi dobbiamo decidere democrazia o partitocrazia. O quella gente che hai lì seduta, o loro o noi, o di qua o di là, basta!». Dall’Uomo qualunque di Giannini alle campagne dei Radicali slogan detti e ridetti. Con una sostanziale differenza. Di sporcarsi le mani con la politica Grillo non ci pensa proprio. Si accontenta di sponsorizzare i suoi grillini del Movimento a cinque stelle. A rischio zero.
E poi, a differenza di Celentano, a lui non piacciono più neanche i dipietristi. All’intervistatrice di Santoro che provava a ricordargli che «Massimo Donadi dell’Italia dei Valori l’accusa di speculazione», Grillo ha replicato con la consueta sobrietà: «Non so neanche chi sia! Non mi interessa, che accusino di quello che vogliono, sono finiti! Perdono i capelli, hanno i denti marci, l’alito cattivo, i rinforzi nelle scarpe, senza prostata, degli uccelli tutti traforati e bucherellati, segaioli a 75 anni e io devo stare a parlare di un segaiolo di 75 anni? Ma stiamo scherzando? Ma vergognatevi! Vergogna! Basta. Andate via, fuori da casa mia». Tempo scaduto, era ora di rientrare nel freezer.

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